Tumori, a Bologna tecnologia unica in Europa: apre nuovi orizzonti per la ricerca

Salute e Benessere
Policlinico Sant’Orsola di Bologna

Si tratta di “Pet/Ct Total-Body”, un dispositivo capace di studiare l’intero corpo umano in un'unica scansione, rilevando fino alle più piccole cellule tumorali

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Una nuova “Pet/Ct” (tomografia a emissione di positroni) di ultima generazione, capace di studiare l’intero corpo umano in un'unica scansione, rilevando fino alle più piccole cellule tumorali. È la nuova tecnologia, unica in Europa, inaugurata oggi al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Si tratta di “Pet/Ct Total-Body”, un dispositivo che, oltre ad accorciare la durata degli esami (da 12 minuti a meno di un minuto), offre opportunità uniche per la ricerca oncologica e apre importanti prospettive per lo sviluppo di nuovi farmaci sia per la diagnosi che per il trattamento dei tumori.

Sant’Orsola di Bologna
Policlinico Sant’Orsola di Bologna

10 dispositivi in tutto il mondo

Dal costo di 21 milioni di euro (sostenuto grazie a fondi di ricerca aziendali e regionali), “Pet/Ct Total-Body”, messa a punto in California all’UC Davis dalla multinazionale United Imaging, arriva oggi per la prima volta nel panorama europeo. Al momento, i sistemi di questo tipo installati in tutto il mondo sono soltanto una decina.

I punti di forza

“Pet/Ct Total-Body” supera diversi limiti delle Pet (tomografie a emissione di positroni) convenzionali. Rispetto alle tecnologie standard che riescono a scansionare soltanto segmenti circoscritti del corpo umano, il nuovo strumento, come spiegato in una nota del Sant’Orsola, può esaminare l’intero corpo umano in un'unica scansione e vanta una sensibilità di rilevazione dieci volte superiore rispetto agli standard.

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Consente di seguire in tempo reale il percorso dei radiofarmaci

Un altro punto di forza è l’integrazione di algoritmi di ricostruzione e software di post-elaborazione, con tecniche di Deep learning e Intelligenza artificiale, che consentono di seguire il percorso e la distribuzione dei radiofarmaci (somministrati per eseguire la Pet) all’interno del corpo dei pazienti, osservandone l’evoluzione nel tempo. Caratteristica che apre importanti prospettive per lo sviluppo di nuovi radiofarmaci, sia con finalità diagnostiche che terapeutiche. “L’attività di studio riguarderà soprattutto l’ambito oncologico, ad esempio le patologie non esaminabili con tracciante Fdg, come il tumore del rene, ma anche i processi infiammatori e le malattie autoimmuni”, hanno spiegato gli specialisti del Sant’Orsola.

Altre applicazioni cliniche

Tra le principali applicazioni cliniche e di ricerca di “Pet/Ct Total-Body” rientrano l’identificazione dei residui tumorali, ad esempio in caso di mielomi e linfomi, la diagnosi di recidive neoplastiche, lo studio dei processi infettivi (endocarditi e setticemie) e la diagnosi precoce di risposta al trattamento (Car-T, immunoterapia, target therapy). “Grazie alla sua elevata sensibilità, inoltre, il dispositivo consente di diminuire di oltre l’80% la dose di radiofarmaco somministrato, contenendo di conseguenza la dose di radiazione a cui sono mediamente sottoposti pazienti e operatori - si legge nella nota -. Un vantaggio concreto soprattutto per i pazienti pediatrici e giovani che devono ripetere più volte l’esame”. Infine, come detto, la possibilità di analizzare l’intero corpo umano in un'unica scansione consente di abbattere la durata degli esami, riducendo la necessità di sedazione nei pazienti pediatrici o con limitata possibilità di collaborare.

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