Giornata del cancro ovarico, tutti i consigli per fare una corretta prevenzione
Salute e BenessereOggi, 8 maggio, si celebra la Giornata mondiale del cancro ovarico, che punta a rimarcare la necessità di un'azione globale per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la cura di questa malattia, che rappresenta uno dei tumori con il più alto tasso di mortalità tra le neoplasie ginecologiche. Dalle visite e i controlli periodici a uno stile di vita sano: ecco alcuni consigli per una corretta prevenzione
In Italia, ogni anno, il tumore all'ovaio colpisce oltre 5mila donne. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), nel 2022 si sono stimati circa 3.600 decessi legati a questa malattia, causata dalla proliferazione incontrollata delle cellule dell'epitelio - lo strato di tessuto che riveste le ovaie - che si trasformano in cellule maligne. Come ogni anno, l'8 maggio si celebra la Giornata mondiale del cancro ovarico, una ricorrenza che punta a rimarcare la necessità di un'azione globale per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la cura di questa neoplasia.
La malattia
Come sottolinea ancora Aiom, il cancro all'ovaio costituisce uno dei tumori con il più alto tasso di mortalità tra le neoplasie ginecologiche (dei quali rappresenta circa il 30%), ed è anche il decimo tumore più diffuso tra le donne. Il carcinoma ovarico si presenta principalmente dopo la menopausa; di solito, superati i 50 anni ma, talvolta, anche in donne più giovani. I dati forniti dall'Associazioni rivelano che, nel 2022, si sono registrati circa 6mila nuove diagnosi.
I fattori di rischio
Tra le condizioni di rischio maggiormente correlate allo sviluppo di questa malattia si annoverano, stando a quanto riferisce l'Associazione, “fattori endocrini legati alla stimolazione ovarica (nulliparità, infertilità, prima gravidanza dopo i 35 anni), fattori familiari (storia familiare di carcinoma ovarico o pregresso tumore colico, endometriale o mammario) e genetici legati alla presenza di alterazioni dlaucni geni associati a un incremento del rischio oncologico, tra i quali BRCA 1 e BRCA2 per i tumori ovarici, mammari ed altre neoplasie”. L'elevata mortalità associata a questa neoplasia è attribuibile a vari fattori, tra cui “una sintomatologia aspecifica e tardiva e l'assenza di strategie di screening validate che consentano di effettuare una diagnosi precoce”, si legge ancora nel rapporto di Aiom.
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I consigli per la prevenzione
Ad oggi non esistono strumenti di prevenzione per il cancro ovarico (come possono essere il vaccino o il Pap test per il tumore della cervice uterina), né test di screening precoce (ad esempio, la mammografia per il tumore al seno). Numerosi studi però hanno dimostrato che sottoporsi a controlli regolari permette di effettuare una corretta prevenzione. Prima di tutto, è consigliabile fare visite annuali dal ginecologo che, attraverso la palpazione bimanuale dell'ovaio, permette di facilitare una diagnosi precoce. Anche l'ecografia tranvaginale di controllo, un esame diagnostico-strumentale molto comune che permette di valutare la condizione degli organi riproduttivi interni attraverso una sonda, è considerato un elemento utile per prevenire l'insorgere di malattie.
Stile di vita sano
Ovviamente anche le cattive abitudini alimentari e lo stile di vita poco sano potrebbero incidere sull'insorgenza della malattia. Come si legge sul sito di Iss Salute, i medici consigliano di:
- Mantenere il peso forma evitando l'abuso di alcol e le diete ricche di grassi. In caso di sovrappeso, fare attività fisica regolare e seguire una dieta equilibrata
- Smettere di fumare. Il fumo potrebbe aumentare il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore ovarico
- Fare attenzione ad alcuni agenti ambientali, come l'uso della polvere di talco tra le gambe e l'esposizione alla polvere di amianto
Lo studio
Come citato dalla Fondazione Veronesi, un nuovo studio italiano pubblicato su Science Translational Medicine ha permesso di identificare, grazie all'uso del Pap test, alterazioni tipiche del tumore con addirittura 9 anni di anticipo rispetto alla comparsa dei primi sintomi. Questa ricerca, a cui seguiranno ulteriori studi di conferma, permette di aprire nuove possibilità per la diagnosi precoce del carcinoma ovarico.