
Stagione da record per l'influenza, la più pesante dal 2000
Manca ancora un mese al termine del monitoraggio InfluNet e il numero di casi stagionali sfiora già i 12,7 milioni. Il precedente massimo era stato nella stagione 2017-2018, quando era arrivato a 8,7 milioni. Inoltre il picco è stato molto alto, con un'incidenza massima di 16 casi per mille abitanti. L'altra anomalia è stata la lentissima discesa della curva

Una stagione influenzale così non si era mai vista da quando, nel 2000, è stato creato il sistema di sorveglianza InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanità. Manca ancora un mese al termine del monitoraggio e il numero di casi stagionali sfiora già i 12,7 milioni
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Il precedente massimo era stato nella stagione 2017-2018, quando era arrivato a 8,7 milioni. È stata una stagione poco usuale sotto molti aspetti, spiega all'Ansa Antonino Bella, responsabile scientifico InfluNet. "A differenza degli altri anni, in cui il numero massimo di casi si raggiunge di solito a fine gennaio, il picco quest'anno è stato precoce, prima di Natale", dice
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"Questa caratteristica per certi aspetti rende simile la stagione attuale a quella del 2009-2010, l'anno della pandemia da 'suina', quando si registrò un picco molto intenso intorno a novembre", aggiunge Bella. Inoltre il picco è stato molto alto, con un'incidenza massima di 16 casi per mille abitanti
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L'altra anomalia è stata la lentissima discesa della curva: "Rispetto ad altre stagioni in cui, dopo il picco, si verifica in genere un repentino calo dei casi, quest'anno la curva sta scendendo molto lentamente, con dei veri e propri periodi di stasi"

Questa tendenza è ancora in corso: l'ultimo bollettino InfluNet, del 31 marzo, mostra che negli ultimi sette giorni sono 342mila gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali, appena 15mila in meno rispetto alla settimana precedente

Il rapporto conferma inoltre la persistenza di virus influenzali: dei 661 campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete InfluNet, 107 (il 16,2%) sono risultati positivi al virus influenzale. Una percentuale sovrapponibile a quella di 7 giorni fa, quando era risultato positivo il 16,7% dei campioni

Tra i tipi di virus influenzali, in questa fase sono prevalenti quelli di tipo B, che erano stati meno presenti nella prima parte della stagione. Le anomalie della stagione in corso, secondo Bella, potrebbero essere legate alla particolare situazione che si è creata con la pandemia

"Per due anni non c'è stata circolazione dei virus influenzali: una larga fetta della popolazione era perciò suscettibile all'infezione. C'era inoltre una parte della popolazione - i bambini molto piccoli - che non aveva mai conosciuto questi virus: sicuramente anche loro hanno contribuito in maniera determinante alla diffusione dei contagi", conclude Bella