Malattie intestinali croniche, il vaccino contro il morbillo potrebbe proteggere i bambini

Salute e Benessere

È quanto sembrerebbero indicare i risultati di uno studio condotto dall’Università del Michigan e pubblicato sulla rivista Inflammatory Bowel Diseases

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Vaccinare i bambini contro il morbillo, la parotite e la rosolia potrebbe ridurre di quasi il 30% il rischio di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) durante l’età pediatrica. Tra queste patologie è possibile menzionare il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. A indicare l’esistenza di un legame tra le MICI e la somministrazione del vaccino sono i risultati di uno studio condotto dall’Università del Michigan e pubblicato sulla rivista Inflammatory Bowel Diseases. “Si ritiene che le infezioni siano un potenziale fattore scatenante per le malattie infiammatorie intestinali”, mentre “non è chiaro se la vaccinazione contro le infezioni infantili, come morbillo, parotite e rosolia, possa ridurre il rischio” di questa patologia, anche se i dati a disposizione sembrano spingere in questa direzione.

Lo svolgimento dello studio

Durante lo studio, i ricercatori hanno preso in esame le informazioni disponibili su 1,3 milioni di bambini americani, riscontrando 334 casi di malattie infiammatorie croniche intestinali. Analizzando i dati, è emerso che i bimbi vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia con almeno una dose tendevano ad avere un rischio del 29% più basso di sviluppare queste le MICI. La riduzione del rischio rimaneva inalterata anche se si consideravano fattori come la familiarità e la nascita pretermine e se si analizzavano singolarmente le diverse malattie intestinali.

 

Quante persone soffrono di MICI in Italia?

Gli ultimi dati disponibili indicano che in Italia sono circa 250mila le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali. Le stime indicano che questo numero potrebbe raddoppiare entro il 2030. Inoltre, patologie come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa dovrebbero iniziare a manifestarsi con una frequenza maggiore in persone di età più avanzata. Finora, invece, le MICI sono sempre state tipiche della popolazione più giovane, con un picco di esordio nella fascia tra i 15 e i 30 anni e, in alcuni casi, anche in età pediatrica.

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