Rettocolite ulcerosa: nuove speranze di cura da un nuovo farmaco

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I risultati di un nuovo studio internazionale indicano che il medicinale ozanimod, da poco approvato per il trattamento della sclerosi multipla, ha mostrato buona efficacia anche nel trattamento di questa patologia

Nuova speranza di cura per la rettocolite ulcerosa, una malattia infiammatoria cronica che si sviluppa a partire dall'ultimo tratto dell'intestino, e per cui attualmente non è ancora disponibile un trattamento efficace sul lungo periodo, soprattutto nei casi più gravi. I risultati di un nuovo studio clinico internazionale, pubblicato su New England Journal of Medicine, indicano che il farmaco ozanimod, da poco approvato per il trattamento della sclerosi multipla, si è dimostrato efficace anche nel trattamento della rettocolite ulcerosa. Nello specifico, i dati di uno studio di fase tre condotto su oltre mille pazienti con colite ulcerosa moderata o severa suggeriscono che il farmaco ha mostrato una buona efficacia sia nella fase di induzione della remissione sia nella fase di mantenimento.

Lo studio in 30 Paesi

La ricerca, condotta sotto la guida di Silvio Danese, nuovo direttore dell'Unità Operativa di Gastroenterologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, è stata realizzata nel corso di cinque anni in oltre 285 centri e 30 Paesi in tutto il mondo, su più di 1000 pazienti di età compresa tra i 18 e i 75 anni. "Ozanimod è un farmaco immuno-modulatore, capace di bloccare i linfociti, cellule che giocano un ruolo chiave nelle malattie infiammatorie all'interno dei linfonodi. Di fatto gli impedisce di raggiungere gli organi dove scatenano l'infiammazione e danneggiano i tessuti", ha spiegato Danese. "Il farmaco non solo è risultato ben tollerato ed efficace, ma è stato in grado di controllare la malattia in pazienti per cui le altre terapie avevano fallito". Come spiegato dai ricercatori, Ozanimod, come tutti gli immunomodulatori, potrebbe aumentare il rischio dello sviluppo di infezioni opportunistiche (cioè causate da batteri o virus in organismi con un sistema immunitario compromesso), ma il profilo di sicurezza del farmaco sembra essere molto solido, essendo stato testato anche in altri studi clinici per la sclerosi multipla e il morbo di Crohn. "Grazie alla ricerca in campo immunologico, abbiamo oggi a disposizione nuove classi di farmaci, capaci di interferire con i processi infiammatori e autoimmuni in modo sempre più mirato ed efficace. Si tratta di terapie che potrebbero cambiare la nostra capacità di intervento per le malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, ancora oggi altamente invalidanti", ha concluso Danese.

Un medico di base compila una ricetta nel suo studio a Roma, 30 ottobre 2020.  ANSA / ETTORE FERRARI

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