Un team di ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine ha messo a punto una nuova tecnica di nanoterapia, che sui roditori è risultata essere efficace contro le infiammazioni intestinali e le lesioni nei casi gravi del morbo di Crohn
Dalla ricerca scientifica arriva un’importante scoperta che potrebbe consentire di ottimizzare le terapie farmacologiche per il trattamento del morbo di Crohn, una grave patologia infiammatoria intestinale. Un team di ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine ha messo a punto una nuova tecnica di nanoterapia, che sui topi è risultata essere efficace contro le infiammazioni intestinali e le lesioni nei casi gravi del morbo di Crohn. La terapia, come spiegato sulle pagine della rivista specializzata Advanced Therapeutics, si basa sull'utilizzo di nano-navette (nanomolecole) per trasportare la porzione di proteina direttamente nella lesione intestinale.
Questo nuovo approccio potrebbe diventare un'alternativa alle terapie con anticorpi biologici, che comportano molti effetti collaterali, e, come spiegato dai ricercatori, "potrebbe anche prevenire la necessità di un intervento chirurgico in futuro".
La nuova terapia nel dettaglio
Per compiere lo studio condotto su roditori, il team di ricerca ha iniettato nella lesione intestinale nanomolecole che trasportano un peptide antinfiammatorio, una piccola porzione di una proteina.
"I risultati sono stati fenomenali", ha spiegato Arun Sharma, docente di Urologia e Ingegneria Biomedica della Northwestern University Feinberg School of Medicine. "Abbiamo visto una riduzione dell'infiammazione basata sulla riduzione delle cellule immunitarie e delle proteine pro-infiammatorie. La dimensione della lesione si è ridotta drasticamente, il che ci fa sperare che con questa terapia possiamo salvare il tessuto infiammatorio ed evitare di dover rimuovere chirurgicamente segmenti di intestino nei casi gravi di morbo di Crohn".
Cos'è la malattia di Crohn
La malattia di Crohn, come riporta il portale dell'Istituto Superiore di Sanità, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino, che può colpire ogni parte dell'apparato gastrointestinale, ma, più comunemente, interessa l'ultimo tratto dell’intestino tenue e/o il colon. Questo disturbo compare generalmente tra i 20 e i 30 anni di età o dopo i 65 anni, ma può colpire anche i bambini e gli adolescenti. Può portare all'ostruzione e alla perforazione intestinale, al sanguinamento, al dolore addominale, alla diarrea grave, all'affaticamento, alla perdita di peso e alla malnutrizione.
In Italia, si stima che siano circa 150mila le persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali, il 30-40% delle quali è affetto da malattia di Crohn.