Esposizione sicura al sole, l’Oms lancia l’app “SunSmart Global UV”

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

L’applicazione, disponibile gratuitamente per dispositivi Apple ed Android, indica le misure da adottare per esporsi al sole in maniera sicura oltre al livello dei raggi UV, così da combattere una delle principali cause del cancro della pelle e di altre malattie correlate

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Si chiama “SunSmart Global UV” l’app lanciata proprio oggi, 21 giugno, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che indica le misure da adottare per esporsi al sole in maniera sicura, oltre al livello dei raggi UV, così da combattere una delle principali cause del cancro della pelle e di altre malattie correlate. Attualmente sviluppata in cinese, inglese, francese, tedesco, russo, olandese e spagnolo, l’app è disponibile gratuitamente sia per dispositivi Apple sia per quelli Android. “Le prove dimostrano che la sovraesposizione ai raggi UV rappresentano la principale causa di cancro della pelle. Quindi è fondamentale che le persone sappiano quando e come proteggersi”, ha spiegato la dottoressa Maria Neira, membro dell'Oms. “Incoraggiamo tutti a utilizzare l'applicazione per proteggere se stessi e i propri figli e per rendere questa un'abitudine quotidiana”, si legge in un comunicato diffuso online dalla stessa Organizzazione.

Un’app che combina diverse competenze

Realizzata in collaborazione con la World Meteorological Organization, lo United Nations Environment Programme e l'International Labour Organization, l’applicazione indica il livello di rischio servendosi dell'indice UV, che descrive il livello di radiazione solare ultravioletta sulla superficie terrestre ed è espresso in una scala da 1 (o “basso”) a 11 e superiore (o “estremo”). Questa app, ha commentato il segretario generale della World Meteorological Organization, Petteri Tallas, “combina competenze meteorologiche, ambientali e sanitarie per aiutare a proteggere le persone dal sole sia al lavoro sia nel tempo libero. È unica perché utilizza i dati delle stazioni di misurazione meteorologiche e UV a livello nazionale per fornire letture dell'indice UV accurate e specifiche per posizione”. Si tratta, ha detto, di “un ottimo esempio di scienza al servizio della società”.

L’incidenza del cancro della pelle

“A livello globale, si stima che nel 2020 siano stati diagnosticati oltre 1,5 milioni di casi di cancro della pelle. Nello stesso periodo, più di 120.000 persone in tutto il mondo hanno perso la vita a causa di questa malattia altamente prevenibile”, ha segnalato l’Oms. Uno dei principali fattori che contribuiscono a questi tumori, hanno rilevato gli esperti, “è proprio l'eccesso di radiazioni UV dovute all'assottigliamento dello strato di ozono stratosferico terrestre e risultante dal rilascio di alcune sostanze chimiche artificiali”. In base al trattato internazionale, noto come Protocollo di Montreal, “tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite stanno gradualmente eliminando la produzione e il consumo di tali sostanze secondo un calendario specifico. Come risultato di questi continui sforzi, si prevede che il livello di ozono si riprenderà entro la metà del secolo. Nel frattempo, le persone devono essere particolarmente caute per proteggersi da un'eccessiva esposizione ai raggi UV: è qui che l'app svolge un importante ruolo di sensibilizzazione”, hanno sottolineato ancora.

I consigli degli esperti

Secondo gli specialisti, gran parte delle malattie e dei decessi legati ai raggi UV possono essere evitati attraverso una serie di semplici misure di prevenzione. Tra queste, limitare il tempo di sosta sotto il sole nelle ore più calde, stare all'ombra quando i raggi UV sono più intensi, indossare indumenti protettivi, come cappelli e occhiali da sole. E ancora, utilizzare una crema solare ad ampio spettro di protezione e proteggere i bambini da lunghi periodi di esposizione al sole. Questo risulta “particolarmente importante poiché un'eccessiva esposizione al sole durante i primi anni può aumentare significativamente il rischio di malattie legate ai raggi UV più avanti nel corso della vita”, hanno concluso gli esperti.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 
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Photo Cecilia Fabiano/LaPresse
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