Lo rivelano i dati del servizio atmosferico Copernicus (Cams) del Centro europeo per le previsioni metereologiche. Ha raggiunto l'estensione di 22,9 milioni di chilometri quadrati. Da studiare le ragioni dell'evento
Oggi, 16 settembre, si celebra la Giornata mondiale dell’ozono in ricordo della firma del protocollo di Montreal del 1987. Occasione perfetta per la pubblicazione dei dati relativi all’osservazione dello strato di ozono. Raccolti dal servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) del Centro europeo per le previsioni metereologiche a medio raggio, questi numeri rivelano come il buco abbia raggiunto un’estensione pari a quella dell’Antartide.
Variazioni stagionali
Le dimensioni dell’apertura dello strato di ozono situato sopra al Polo Sud, infatti, variano a seconda delle stagioni. Raggiunge la sua massima espansione tra settembre e ottobre, mentre in dicembre è solito ridursi fino quasi alla chiusura come accaduto lo scorso anno. "Quest'anno il buco dell'ozono si è sviluppato come previsto all'inizio della stagione”, ha spiegato il direttore del servizio Copernicus Vincent-Henri Peuch, “Le nostre previsioni mostrano che il buco di quest'anno si è evoluto in maniera più grande del solito. Continueremo a monitorare il suo sviluppo nelle prossime settimane”. Ha raggiunto, infatti, i 22,9 milioni di chilometri quadrati. Ma come precisa lo stesso Peuch: ”Un buco dell'ozono grande o piccolo in un anno non significa necessariamente che il processo di recupero complessivo non stia procedendo come previsto, ma può segnalare che occorre prestare particolare attenzione e che la ricerca può essere indirizzata a studiare le ragioni alla base dell'evento".