Tumore del colon-retto, 12 giovani pazienti guariti grazie all'immunoterapia ablativa

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Grazie al trattamento immunoterapico a base di “dostarlimab”, un anticorpo monoclonale al centro di uno studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine” e condotto dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, negli Stati Uniti, è stato possibile rilevare “una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore” in 12 giovani pazienti (età media 54 anni) con cancro al colon-retto

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Dodici pazienti (età media 54 anni, il 62% donne) sono guariti dal cancro al colon-retto senza la necessità della chirurgia o della chemioradioterapia. È l’incredibile risultato raggiunto dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, negli Stati Uniti, grazie al trattamento immunoterapico “dostarlimab”, un anticorpo monoclonale al centro di uno studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine” e presentato nel corso del congresso mondiale organizzato dall’Asco, la Società Americana di Oncologia Clinica.

Un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna

“Un totale di 12 pazienti ha completato il trattamento con dostarlimab e tutti sono stati sottoposti ad almeno 6 mesi di follow-up. I 12 pazienti hanno manifestato una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore alla risonanza magnetica, alla tomografia a emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio, alla valutazione endoscopica, all'esame rettale o alla biopsia”, si legge nei risultati finali dello studio. Al momento della stesura dei risultati, “nessun paziente era stato sottoposto a chemioradioterapia o sottoposto a intervento chirurgico e durante il follow-up non sono stati segnalati casi di progressione o recidiva (con un intervallo da 6 a 25 mesi). E non sono stati segnalati eventi avversi di grado 3 o superiore”, hanno rilevato ancora gli specialisti. I giovani pazienti, come spiega anche un articolo del quotidiano “La Repubblica”, avevano ricevuto la diagnosi di tumore del colon retto localmente avanzato e avevano manifestato un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna (MMR), condizione spesso associata ad una diminuzione della sopravvivenza e ad una minore risposta alla chemioterapia tradizionale. È rilevato in circa il 10-15% dei tumori del colon e dello stomaco ed è la principale alterazione genetica che si può riscontrare nei carcinomi del colon-retto ereditario non poliposico o sindrome di Lynch. Studi recenti, in quest’ambito, hanno sottolineato come un non corretto funzionamento dell'MMR rappresenti un fattore predittivo legato alla risposta della terapia basata su un particolare anticorpo, l’anti PD-1, evidenziando così una maggior risposta all'immunoterapia rispetto ai tumori senza difetti dello stesso MMR. Come confermato da Andrea Cercek, prima firma dello studio, “poiché il cancro colorettale metastatico con deficit di riparazione dei mismatch (MMR) risponde all'inibitore del Pd-1, abbiamo ipotizzato che anche quello localmente avanzato potesse essere sensibile a questo tipo di terapia fino al punto da consentire di evitare del tutto la chemioradioterapia e la chirurgia”.

Una risposta clinica senza evidenza di tumore

Ai pazienti coinvolti nello studio, hanno spiegato i ricercatori, è stato somministrato l’anticorpo monoclonale anti-PD-1, cioè il dostarlimab in monoterapia, ogni tre settimane e per un periodo pari a sei mesi. Dopo sarebbe dovuto seguire un ciclo di chemioradioterapia standard o un intervento di chirurgia. Ma tutti e 12 i pazienti che sono stati sottoposti al trattamento hanno manifestato una risposta clinica completa senza alcuna evidenza di tumore. “La prima cosa che ho fatto dopo aver saputo che il tumore non c'era più è stato chiamare mia madre: abbiamo pianto di felicità insieme al telefono. È una cosa che mi sta cambiando la vita”, ha riferito uno dei 12 pazienti coinvolti nello studio.

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