Tumore colon-retto, individuata una proteina in grado di ‘eliminarlo’
Salute e BenessereDisattivandola è possibile causare la regressione della neoplasia. La scoperta è stata resa possibile da una collaborazione tra il Sanger Institute di Cambridge e l’equipe guidata da professori Livio Trusolino e Andrea Bertotti, dell’Istituto di Candiolo
Collaborando con il Sanger Institute di Cambridge, l’equipe dei professori Livio Trusolino e Andrea Bertotti, dell’Istituto di Candiolo, è riuscita a identificare la proteina WRN, responsabile della crescita dei tumori di tipo MSI, tra cui quelli del colon-retto (53 mia nuove diagnosi l’anno in Italia). “Quando la proteina WRN viene disattivata, il tumore regredisce fino a morire”, spiega Trusolino, direttore del laboratorio di oncologia traslazionale dell’Istituto di Candiolo. Il trattamento si è dimostrato efficace anche nei casi in cui l’immunoterapia fallisce. “In un malato su due ripristinare le funzioni immunitarie non basta”, chiarisce Trusolino. “E se si hanno dei risultati, dopo qualche mese la malattia riparte. La nostra speranza è che i farmaci contro la proteina WRN possano funzionare anche per questi pazienti”, conclude l’esperto.
Lo svolgimento dello studio
Il professor Livio Trusolino spiega che i tumori MSI sono caratterizzati da instabilità dei microsatelliti, piccole porzioni ripetute del Dna che iniziano a mutare se entrano in contatto con agenti cancerogeni. “Nei tumori MSI il Dna non è più in grado di riparare questi errori e genera proteine aberranti, responsabili della crescita del cancro”, prosegue l’esperto. Queste proteine possono essere individuate e disattivate per portare la massa neoplastica alla regressione e alla morte. Per fare un esempio, grazie ai farmaci biologici è possibile curare il cancro al polmone nel 10% dei casi, evitando il ricorso a trattamenti più invasivi. Utilizzando la tecnica CRISPR/Cas9, il professor Mathew Garnett del Sanger Institute di Cambridge è riuscito a rimuovere sistematicamente migliaia di proteine in centinaia di tumori diversi. I laboratori di Candiolo si sono concentrati, invece, sul cancro del colon-retto di tipo MSI. I ricercatori hanno così scoperto che la disattivazione della proteina WRN causa la regressione della neoplasia.
Il consumo eccessivo di antibiotici è associato al rischio di cancro al colon
Analizzando i raccolti presenti nel Clinical Practice Research Datalink (CPRD), contenente le cartelle cliniche elettroniche di oltre 11 milioni di pazienti britannici, i ricercatori del John Hopkins Kimmel Cancer Center hanno stabilito che l’assunzione di un solo ciclo di antibiotici della famiglia delle penicilline (pari a un utilizzo di circa 15-30 giorni) potrebbe aumentare leggermente il rischio di sviluppare il cancro del colon, ma non quello del retto, un decennio dopo. Come spiegano gli autori dello studio, questi risultati mettono in evidenza la necessità di un utilizzo giudizioso di questa categoria di farmaci, spesso prescritti impropriamente. Cynthia L. Sears, professoressa di immunoterapia del cancro presso il Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, spiega che sarebbe meglio non trattare le infezioni virali comuni con gli antibiotici o perlomeno preferire i farmaci più mirati a quelli ad ampio spettro. “La ricerca aggiunge alla nostra comprensione il fatto che questi farmaci possono avere effetti off-target significativi, inclusa l’induzione di malattie croniche”, sottolinea l’esperta. Tutti i risultati dello studio sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Gut.