Si tratta di un’iniziativa dedicata all’infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine, ovvero un complesso proteico presente in alcuni cereali, che si manifesta in alcuni soggetti geneticamente predisposti. In Italia la patologia riguarda circa 600.000 persone di cui quasi 400.000 non ancora diagnosticate
Il 16 maggio si celebra la Giornata mondiale della celiachia, un’infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine, ovvero un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut, triticale), in soggetti geneticamente predisposti. Nell’ambito di questa iniziativa si sta svolgendo anche la Settimana Nazionale della Celiachia, evento proposto dall'Associazione Italiana Celiachia (Aic) che “dal 1979 si impegna a cambiare in meglio la vita delle persone celiache e dei loro famigliari”, come si legge sul sito di riferimento. La settimana, che si svolge ogni anno proprio nel mese di maggio, è stata istituita nel 2015 e si protrarrà fino al 22 di maggio, con l’obiettivo di “fare corretta informazione, sensibilizzando il pubblico e i media su una patologia che in Italia riguarda circa 600.000 persone di cui quasi 400.000 non ancora diagnosticate”.
Le iniziative in programma
Si tratta, spiegano gli esperti, di “un momento importante per accendere i riflettori sui falsi miti e sulle innumerevoli fake news che spesso contribuiscono a generare cattiva informazione, scarsa conoscenza della celiachia e di conseguenza delle necessità e dei diritti dei pazienti”. Sul sito dell’Aic sarà possibile venire a conoscenza di tutti gli eventi realizzati sul territorio nazionale ma, tra le attività in programma, ecco quella che l’associazione porterà avanti in collaborazione con i Comuni e le più importanti aziende della ristorazione collettiva, ovvero l’iniziativa “Tutti a tavola, tutti insieme: le giornate del menu senza glutine”. In sostanza, verranno distribuiti oltre 150.000 pasti senza glutine nelle mense delle scuole dell’infanzia e della scuola primaria, in oltre 100 comuni italiani. Si tratta, spiega Aic, di “un’occasione preziosa per sensibilizzare e informare i giovani allievi, le loro famiglie e gli insegnanti grazie a materiale divulgativo creato appositamente per l’iniziativa. Ma anche un momento, importante e concreto, di condivisione e inclusione, che permetterà a tanti bambini e bambine celiaci, almeno per un giorno, di non sentirsi diversi”. Anche perché, come recita il claim dell’evento, “una società più inclusiva, è una società migliore per tutti”.
“Una malattia severa, ancora sottostimata”
“Attraverso il nostro portale dedicato alla campagna di informazione annuale, cerchiamo di sfatare i più comuni falsi miti e le fake news sulla celiachia, che portano a sottovalutare una malattia severa, ancora fortemente sottostimata, tanto che più della metà dei celiaci non sa ancora di averla, esponendosi, mangiando glutine inconsapevolmente, a gravi complicanze, che mettono a rischio la sua salute, ma hanno impatto anche sulla comunità”, ha sottolineato Giuseppe Di Fabio, presidente di Aic. “Quest’anno tornano anche gli eventi in presenza, in tutta Italia, senza dimenticare la grande opportunità dei canali digitali, che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia: in calendario non mancano infatti gli appuntamenti virtuali che raggiungeranno anche chi non potrà partecipare alle iniziative attraverso i canali social”, ha riferito poi Caterina Pilo, direttore generale di Aic. Infatti, proprio attraverso il sito settimanadellaceliachia.it, oltre a consultare il calendario degli eventi che riguarderanno l’edizione di quest’anno, sarà possibile seguire dirette Facebook con dietiste esperte, mettere alla prova le proprie conoscenze con un quiz digitale e scaricare materiale utile. “Avere a che fare con informazioni verificate e attendibili sembra essere una delle sfide del nostro tempo: Aic si impegna per accrescere la consapevolezza su questa patologia, non solo a beneficio dei 233.000 pazienti di oggi ma anche delle persone che, circa 400.000 secondo i dati, riceveranno una diagnosi nel prossimo futuro” ha aggiunto Di Fabio.
Cos’è la celiachia: sintomi e diagnosi
Come sottolinea la stessa associazione, la celiachia è un’infiammazione caratterizzata da un quadro clinico molto variabile, che va “dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extra intestinali, quali anemia, astenia, amenorrea, infertilità, aborti ricorrenti, bassa statura, ulcere del cavo orale, osteoporosi, dolori articolari, dermatiti, edemi, alopecia, alla associazione con altre malattie autoimmuni, fino a complicanze molto gravi quali l'epilessia con calcificazioni cerebrali o il linfoma intestinale”. Chi ne soffre è costretto a modificare la propria dieta per tutta la vita, escludendo così tutti gli alimenti che contengono glutine. Ma non solo, perché è necessario ridurre il più possibile anche le contaminazioni, o i rischi di assunzione non diretta di glutine. Nell’ambito della celiachia, sottolineano ancora gli specialisti, è importante ricevere una corretta e veloce diagnosi, seguendo il percorso corretto e senza ricorrere a test per l'autodiagnosi. La diagnosi di celiachia viene eseguita attraverso fasi specifiche, ovvero l'esame del quadro clinico, gli esami del sangue specifici, la biopsia intestinale. “Per conoscere la propria diagnosi è fondamentale non eliminare il glutine dalla propria dieta prima di aver completato tutti gli accertamenti, compresa la biopsia intestinale”, riferiscono gli esperti. Come affrontarla? Per portare la celiachia fino ad uno stato di remissione dei sintomi, attualmente, è necessario seguire la dieta senza glutine per tutta la vita. Nella dieta delle persone celiache, infatti, sono presenti sia alimenti naturalmente privi di glutine sia prodotti lavorati a contenuto in glutine inferiore a 20 mg/Kg definiti “senza glutine”.