Intolleranze al glutine: tutti i dati in Italia
Salute e BenessereNovembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica su una patologia che in Italia ha ancora 400.000 pazienti non diagnosticati
Anche se di celiachia e glutine si parla tanto, sono ancora moltissimi i casi di pazienti intolleranti a questa sostanza e non ancora diagnosticati. Secondo i dati del Ministero della Salute sono circa 400.000 i pazienti non ancora diagnosticati. A novembre 2019 parte l'ottava campagna di sensibilizzazione "il mese delle intolleranze al glutine", con molteplici iniziative. Tra queste, sono previsti consulti gratuiti in 650 farmacie, articoli che affrontano specifiche necessità quotidiane, video di approfondimento e live chat con esperti. Obiettivo: accrescere la consapevolezza sul perché una vita senza glutine è possibile.
Cos'è la celiachia
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, una proteina presente in alcuni cereali come frumento, orzo, segale, kamut. "Nel soggetto celiaco, l’assunzione di glutine, anche solo in tracce, provoca una reazione immunitaria con conseguente appiattimento della mucosa intestinale", spiega la dottoressa Gloria Scarparo, dietista Dr. Schär, brand leader europeo nell’alimentazione gluten-free Il risultato è l’incapacità di assorbire adeguatamente le sostanze nutrienti, come proteine, vitamine e minerali e quindi il rischio di sviluppare tra le altre cose, malnutrizione. I sintomi più comuni sono diarrea, gonfiore addominale, dolori addominali, nausea, vomito e conseguente stanchezza. "Nel bambino, - spiega la dottoressa Scarparo - si può riscontrare anche un ritardo della crescita, anemia cronica e carenze nutrizionali". Quando questi sintomi si manifestano, ci si deve rivolgere al proprio medico di famiglia. "Si procederà con l’iter diagnostico, che consiste inizialmente nel sottoporsi alle analisi del sangue e successivamente alla biopsia intestinale", puntualizza l'esperta.
Perché si parla di intolleranze al plurale
Ad oggi sappiamo che l’ingestione di glutine può associarsi ad uno spettro di disturbi piuttosto ampio: dalla celiachia fino a disturbi con eziologia meno chiara, quali la sensibilità al glutine non celiaca o la sindrome dell’intestino irritabile, fino all'allergia al grano. La sensibilità al glutine non celiaca è un disturbo di recente scoperta. Viene diagnosticato in pazienti per lo più adulti, che denunciano disturbi intestinali o a carico di altri organi. A loro si attribuiva un generico disturbo funzionale o sindrome del colon irritabile. Si calcola che questa sensibilità al glutine sia largamente superiore a quella dei potenziali celiaci. Per diagnosticarla, si procede ancora con diagnosi clinica per esclusione. I soggetti “sensibili al glutine” non tollerano questa sostanza, ma tale condizione può scomparire con una dieta temporanea priva di glutine. Può comparire all’improvviso e a tutte le età. Normalmente i sintomi che possono essere variabili, in taluni casi posso essere molto simili a quelli della celiachia. Allo stato attuale non esistono ancora degli esami specifici per poterla diagnosticare. Si può anche incorrere nell'allergia al grano. Nell'organismo si formano anticorpi contro determinati allergeni del frumento. In questo caso si possono manifestare problemi cutanei, problemi alle vie respiratorie, come asma, e diarrea. Un italiano su 1.000 è allergico al frumento.
Intolleranze al glutine: i numeri in Italia
Secondo i dati forniti dalla Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia Anno 2017 del Ministero della Salute italiano, i casi di celiachia diagnosticati nel nostro paese sono 206.561, con un aumento medio di 10.000 diagnosi all'anno. Di questi 145.759 sono donne e 60.802 sono uomini. La fascia di età in cui si registrano più celiaci è quella 19- 40 anni con 71.371 celiaci, pari al 34,55 % dei celiaci totali. In percentuale, lo 0,34 per cento della popolazione italiana è celiaca. La patologia è classificata come cronica e colpisce soggetti geneticamente predisposti. La regione italiana più colpita è la Lombardia, dove sono segnalati 36.529 pazienti. Seguono il Lazio con 21.063 casi, l'Emilia Romagna (16.765). Con 502 e 943 casi la Valle d'Aosta (che ha anche registrato il minor aumento di diagnosi negli ultimi sei anni) e il Molise sono le regioni con meno casi diagnosticati. In percentuale rispetto agli abitanti, la regione con più celiaci è la Sardegna con 7.290 casi pari allo 0,44 per cento, seguita da Toscana (15.799, pari allo 0,42 per cento) e dalla provincia autonoma di Trento (2.292 pari allo 0,42 per cento). Le regioni in cui si sono registrate maggiori diagnosi sono il Lazio con 1.738 nuovi casi, seguito da Marche (+1.068) e Campania (+953).
Intolleranze al glutine: le cure
"Sono in corso alcuni studi che vanno in diverse direzioni, - spiega l'esperta Dr Schär - uno di questi ad esempio è il vaccino. Ma allo stato attuale l’unica terapia efficace da mettere in atto è la dieta senza glutine". Oggi è più facile metterla in pratica grazie all’informazione e alla sensibilizzazione della popolazione, nonché ad un’ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato e offerti anche nella ristorazione. A supporto delle esigenze alimentari dei celiaci, il Servizio Sanitario Nazionale prevede l’erogazione dei prodotti specificatamente formulati per i celiaci in regime di esenzione. Osservando una dieta senza glutine si ha un rapido miglioramento dei disturbi fisici, ma non significa che si è guariti. Infatti, la celiachia è un'intolleranza permanente che dura tutta la vita. È possibile assimilare tutti i nutrienti naturalmente attraverso alimenti già senza glutine come carne, uova, frutta, verdura, latte, riso, miglio, grano saraceno, quinoa e altri cereali che già in origine non ha glutine.