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Vaccino Covid, Ue: certificato per i minori non scade a 9 mesi

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Lo ha stabilito la Commissione Europea, decidendo di adottare nuove regole in relazione al certificato di vaccinazione anti-Covid che adesso, per i minori, sarà valido anche dopo i 270 giorni (9 mesi) dal completamento del ciclo di vaccinazione primario

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La Commissione Europea ha deciso di adottare nuove regole in relazione al certificato di vaccinazione anti-Covid che adesso, per i minori, sarà valido anche dopo i 270 giorni (9 mesi) dal completamento del ciclo di vaccinazione primario. Come sottolineato dagli esperti, resterà invece in vigore il limite a partire dai 18 anni. Tra l’altro, ha ricordato la stessa Commissione Europea in una nota, la dose di richiamo o dose booster, a partire dai 12 anni, è stata autorizzata dopo una valutazione specifica dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), ma non tutti gli Stati aderenti stanno attualmente raccomandando di somministrare proprio la dose booster agli under 18.

“Flessibilità per adattarsi alle nuove circostanze”

Come sottolineato dal commissario per la Giustizia, Didier Reydners, “uno dei maggiori vantaggi del certificato Covid digitale Ue è la sua flessibilità per adattarsi alle nuove circostanze”. Una volta ascoltate le impressioni degli esperti di sanità pubblica degli Stati membri, ha riferito ancora, “abbiamo deciso che i certificati di vaccinazione dei minori non dovrebbero scadere. Quando viaggiano, saranno in grado di continuare a utilizzare il certificato ricevuto dopo la serie primaria di vaccinazione”.

I dati relativi alla vaccinazione a livello mondiale

Intanto, grazie ad un documento redatto dagli esperti del programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), emergono nuovi dati relativi all’andamento della vaccinazione anti-Covid a livello globale. Nel settembre 2021, in quest’ottica, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva fissato l'obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022. Ad oggi, rileva il rapporto, il 3% delle persone nei Paesi a basso reddito è stato vaccinato con almeno una dose, rispetto al 60% nei Paesi ad alto reddito. E c’è un altro numero da considerare. Infatti, dei 10,7 miliardi di dosi distribuite, solo l'1% è stato somministrato nei Paesi poveri. L'analisi dell'UNDP, tra l’altro, segnala come la maggior parte dei Paesi più in crisi in questo momento si trovi nell'Africa subsahariana, comprendendo Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Ciad, dove meno dell'1% della popolazione è completamente vaccinata. Al di fuori dell'Africa, invece, ci sono Paesi come Haiti e Yemen che devono ancora raggiungere una copertura pari al 2%.

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