Obesità, processi immunitari possono determinarne il decorso: lo studio

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Grazie ad un lavoro di ricerca condotto dagli esperti dell'Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera, in collaborazione con quelli dell’Harvard Medical School di Boston, è stato possibile comprendere come una dieta ipercalorica, anche per un periodo di sole tre settimane, possa avere effetti significativi sul sistema immunitario. La scoperta, hanno detto gli studiosi, potrebbe ora far luce su nuove cure nell’abito della sindrome metabolica

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Alcuni processi legati al sistema immunitario, un insieme di organi e di cellule altamente specializzate con il compito di difendere l'organismo da agenti esterni che possono causare infezioni, potrebbero riuscire a determinare il decorso dell'obesità. Lo ha rilevato un recente studio, condotto da un team di ricercatori dell'Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera e che ha sottolineato come una dieta ipercalorica, anche per un periodo di sole tre settimane, possa avere effetti drastici e significativi proprio sul sistema immunitario.

Uno specifico tipo di cellule immunitarie

“Un particolare tipo di cellule immunitarie, note come cellule dendritiche plasmacitoidi, inizia ad accumularsi nel tessuto adiposo viscerale”, ha riferito Susanne Stutte, prima firma del lavoro di ricerca i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “The Journal of Immunology”. Tale tessuto adiposo, ha spiegato ancora, è collocato all'interno dell'addome e circonda gli organi interni. Secondo quanto rilevato, grazie ad una dieta ad alto contenuto calorico, piccoli gruppi di queste cellule immunitarie riescono a creare strutture all'interno di questo grasso, provocando risposte immunitarie importanti. “Queste cellule dendritiche plasmocidi nel grasso viscerale sono in uno stato di allarme costante e rilasciano l'interferone di tipo I”, ha aggiunto invece Barbara Walzog, altra ricercatrice impegnata nello studio. Con una particolarità: l'interferone di solito elabora il controllo delle infezioni, ma in questo caso innesca la sindrome metabolica, un insieme di fattori di rischio legato allo sviluppo maggiore di malattie cardiache e diabete.

Nuovi approcci terapeutici nell’ambito della sindrome metabolica

In base a quanto riscontrato dagli studiosi nell’ambito del lavoro di ricerca, infatti, quando la migrazione delle cellule analizzate viene frenata nel grasso, l'aumento di peso si può ridurre e, di conseguenza, la condizione metabolica migliora in maniera evidente. I risultati di questo studio, che ha coinvolto anche i ricercatori della Harvard Medical School di Boston, potrebbero adesso far luce su nuovi approcci relativi ad un intervento terapeutico nell’ambito della sindrome metabolica.

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