Guerra in Ucraina, boom di richieste di iodio in Italia: i rischi dell'assunzione

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Gli esperti mettono in guardia dal fai-da-te e sconsigliano di assumere iodio senza reale necessità perché potrebbe avere effetti controproducenti e produrre scompensi alla tiroide

 

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L'invasione russa in Ucraina e l'attacco alle centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia hanno fatto scattare in più Paesi, Italia compresa, una corsa nelle farmacie a caccia delle pastiglie a base di ioduro di potassio (KI), un composto utilizzato come farmaco contro l'ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni. Ma gli esperti mettono in guardia dal fai-da-te e sconsigliano di assumere iodio senza reale necessità perché potrebbe avere effetti controproducenti e produrre scompensi alla tiroide. In particolare, in Italia, come ha spiegato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, "non c'è alcun motivo per assumere pastiglie di iodio per contrastare l'inalazione di iodio radioattivo presente nell'aria poiché non ci sono centrali nucleari, né allarmi di fughe radioattive provenienti dall'Ucraina". (DIRETTA - Guerra Ucraina-Russia)

Perché non servono in Italia  

Nella Penisola sono state registrate richieste di ioduro di potassio nelle farmacie di tutt'Italia, soprattutto al Nord e nelle grandi città. Ma "in Italia non esiste alcuna indicazione terapeutica per l'uso dello ioduro di potassio tanto che le pasticche di iodio sono preparazioni galeniche che i farmacisti fanno su richiesta, oppure esistono degli integratori che contengono anche iodio" che si possono acquistare anche nelle parafarmacie, al supermercato e nelle erboristerie, ma "dove non sempre viene spiegato come comportarsi correttamente", ha spiegato Tobia, presidente del Pgeu, il raggruppamento di cui fanno parte tutte le Federazioni degli Ordini dei farmacisti e le Associazioni nazionali delle farmacie europee. I farmacisti, oltre ad invitare ad evitare il fai-da-te, mettono in guardia dall'acquisto di iodio online, in quanto "sfugge a qualunque possibilità di avere un'informazione corretta per la salute".

La situazione fuori dall'Italia

Situazione diversa fuori dall'Italia. "Nel 1986 lo iodio fu consigliato alla popolazione di Chernobyl dopo l'incidente alla centrale nucleare. In Europa attualmente, nei Paesi dove ci sono delle centrali nucleari come Belgio e Olanda, i cittadini hanno a disposizione un sistema di alert collegato ai telefoni cellulari e quando c'è bisogno vengono invitati a ritirare gratuitamente in farmacia compresse di iodio e ad assumerle. Questo però non è il nostro caso: in Italia non ci sono centrali nucleari, né eventi catastrofici in corso", ha aggiunto Tobia.

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