Covid, Sileri a Sky TG24: “Arriveremo alla revoca dell'isolamento degli asintomatici”

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Il sottosegretario alla Salute è stato ospite di Timeline. Visti i dati odierni, "come fanno altri Paesi e come si sta facendo in Italia, si tornerà progressivamente alla normalità", ha detto. E facendo riferimento alle riaperture imminenti, ha aggiunto: "Da medico non correrei con l'abolizione di tutte le misure, ma inizierei un po' per volta con la rimozione di alcune. La mascherina al chiuso per un po' andrà tenuta"

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"Io credo che anche noi, come il Regno Unito, arriveremo alla revoca dell'obbligo di isolamento dei positivi, ma inizialmente solo di quelli asintomatici", che però dovrebbero mantenere l'uso della mascherina. Sono le parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ospide di "Timeline" su Sky TG24 e a commento delle misure prese oltremanica dal premier Boris Johnson. 

"Non c'è ragione per mantenere stato di emergenza"

“Osservando i trend odierni e i numeri delle ultime settimane, non c'è ragione per mantenere lo stato di emergenza”, legato al Covid-19, oltre il 31 marzo, ha proseguito. “Ogni pandemia arriva ad una fine e anche questa sta arrivando ad una fine che è una transizione tra pandemia ed endemia. Progressivamente, come fanno in altri Paesi e come si sta facendo in Italia, si tornerà ad una normalità”, ha aggiunto. 

Una variante meno aggressiva

"Vedo difficile la possibilità che questa pandemia possa riprendere con un’ulteriore variante, più contagiosa e cattiva di Omicron e che non risponda ai vaccini che abbiamo fatto fino ad ora", ha continuato Sileri. "Francamente è molto improbabile, nel senso che, come tutte quelle descritte nei secoli scorsi, ogni pandemia arriva ad una fine e questa sta arrivando al suo epilogo, con una variante che sta circolando in modo meno aggressivo sia, di per sé, per la struttura del virus, ma anche perché agisce su una popolazione largamente vaccinata", ha confermato. 

Le mascherine al chiuso

E una volta finito lo stato di emergenza? "Si tratterà quelli che saranno i casi e la gestione dei pazienti che soffriranno di una malattia più severa da Sars-Cov-2, variante Omicron o quello che sarà, come gestione ordinaria, cioè entrerà di diritto in quelle che sono le procedure che oggi già attuiamo per tante altre patologie", ha spiegato il sottosegretario. Commentando anche i possibili scenari, ora che la curva epidemiologica è in discesa? “Francamente da medico io non correrei con l'abolizione di tutte le misure, ma inizierei un po’ per volta con la rimozione di alcune. La mascherina al chiuso per un po’ andrà tenuta”, ha confermato Sileri. “Questo un po’ andrà visto settimana per settimana”, ha detto ancora. Inoltre, secondo il sottosegretario, è prematuro parlare della revoca del Green pass base per i negozi dopo la fine dello stato emergenza. "Sicuramente, tolto lo stato di emergenza - ha osservato - andra' fatta una revisione del Green pass che sara' discussa a marzo".

I paragoni con il Regno Unito

Nel corso del suo intervento, poi, il sottosegretario è tornato a far riferimento alla situazione sanitaria britannica. “L'errore fatto in questi due anni è stato fare paragoni inopportuni con il Regno Unito: non stanno meglio di noi perché sono migliori, ma solo perché l'ondata Omicron è arrivata prima da loro”, ha spiegato. Lì, ha proseguito, "la situazione è migliore della nostra come previsione di andamento dell'epidemia perchè hanno vissuto prima di noi la quarta ondata con la variante Omicron. Siamo in ritardo di tre settimane rispetto al Regno Unito", ha precisato Sileri. 

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"Cts dopo l'emergenza? Possibile un collegio di scienziati"

Tra i possibili cambiamenti in previsione, una volta terminato lo stato di emergenza, potrebbe essergi lo scioglimento del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). "Il Cts può essere sciolto dopo la fine dello stato emergenza ma nulla toglie che un organo di scienziati possa continuare a dare suggerimenti e gestire anche l'ordinario", ha spiegato Sileri. "Non è necessario un Cts collegato allo stato di emergenza ma si può utilizzare un collegio che può dare suggerimenti utili", ha aggiunto. 

HOLLYWOOD, FLORIDA - AUGUST 07: Barbara Corral, a Nurse Practitioner,  and Jose Fernando Henriquez, a research assistant, are seen in an exam room as they conduct a COVID-19 vaccination study on a patient at Research Centers of America on August 07, 2020 in Hollywood, Florida.  Research Centers of America is currently conducting COVID-19 vaccine trials, implemented under the federal government's Operation Warp Speed program. The center is recruiting volunteers to participate in the clinical trials, working with the Federal Government and major Pharmaceutical Companies, that are racing to develop a vaccine to potentially prevent COVID-19.  (Photo by Joe Raedle/Getty Images)

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La possibilità della quarta dose di vaccino

Tra i temi toccati nel corso dell'intervento, poi, anche quello relativo alla possibile quarta dose del vaccino anti-Covid. "Escludo categoricamente una quarta dose nell’immediato, ma non mi sento di farlo nel tempo. Questo ce lo dirà la scienza, e dipenderà essenzialmente da due cose", ha detto Sileri. "Uno, quanto cala la nostra immunità. Due, quanto circolerà il virus in un futuro più o meno prossimo. Se nel mese di ottobre questo virus dovesse ricominciare a circolare e iniziamo a vedere gli ospedali pieni di quelle determinate fasce di età che sono più a rischio, allora queste avranno più bisogno di un ulteriore richiamo”, ah precisato. Ed è verosimile “che saranno delle vaccinazioni similari a quelle del vaccino anti-influenzale”. 

La risposta a Meloni e Salvini

In ultima battuta, un riferimento alle decisioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni di non vaccinare i propri figli minorenni. “Rispetto sia la decisione di Salvini, sia quella della Meloni e forse per me è anche più facile decidere di vaccinare o meno i miei figli perché sono entrambi under 5, ma se vi fosse un vaccino anche per loro glielo farei", ha concluso Sileri. "Faccio il medico, e quindi per me la risposta è abbastanza semplice, ma non vi è nessun obbligo vaccinale sopra i 5 anni, quindi è una libera scelta quella di farlo o non farlo. Spero che i dati su queste vaccinazioni, che si fanno sempre più importanti con il tempo, li convincano”, ha aggiunto. 

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