
Pillole anti-Covid distribuite solo negli ospedali: perché secondo i medici è un problema
Questi farmaci, da poco disponibili anche in Italia, prevengono i sintomi gravi e l’ospedalizzazione, ma possono essere prescritti solo dagli specialisti e distribuiti dalle farmacie degli ospedali. L’allarme dell’Ordine dei medici, che chiede un tavolo all’Aifa per rivedere la procedura: l’iter lungo e complesso rischia di ridurne l’utilizzo

Le pillole anti-Covid di Merck e Pfizer – molnupiravir e paxlovid – sono da poco disponibili anche in Italia. Secondo gli esperti, rappresentano uno strumento fondamentale per curare la malattia, ma l’iter complesso ed eccessivamente lungo rischia di rallentare molto l'utilizzo degli antivirali orali
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Fino al 3 febbraio, secondo l'ultimo report dell'Aifa, sono stati 4.117 i pazienti che hanno ricevuto una prescrizione di molnupiravir. Non sono invece ancora disponibili i dati relativi a paxlovid, farmaco arrivato in Italia solo pochi giorni fa
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I due farmaci sono pillole antivirali, assumibili per via orale, che hanno mostrato un'efficacia promettente nel prevenire i sintomi gravi e l’ospedalizzazione in adulti colpiti dal virus. Sono adatti a pazienti con malattia lieve-moderata ma con specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid severo
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La tempestività è fondamentale: i farmaci devono essere somministrati in tempi brevi, entro massimo 5 giorni dall'insorgenza dei sintomi. Un grande vantaggio è che sono sotto forma di pillola, invece che per via endovenosa, cosa che rende più facile la somministrazione
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Così i farmaci possono essere assunti anche a casa. Possono essere prescritti dagli specialisti ospedalieri su indicazione del medico di base. Vengono però distribuiti solo nelle farmacie degli ospedali, centri di riferimento
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Ciò può rendere difficile accedere alla somministrazione del farmaco e rispettare i tempi stretti richiesti. Per questo l'Ordine dei medici ha chiesto una semplificazione delle procedure e attende la convocazione di un tavolo con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa)
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Il pericolo è che i pazienti candidabili all'utilizzo degli antivirali orali non facciano materialmente in tempo a ottenere il farmaco entro i 3 o massimo 5 giorni previsti dall'inizio dei sintomi

Sono farmaci sui quali "ci sono grandi aspettative, ma poiché sono stati approvati in emergenza, una regola prevede che non possano essere prescritti dai medici di famiglia", dice il virologo Francesco Broccolo, dell'università di Milano Bicocca

La richiesta è di rendere questi farmaci più facilmente reperibili sul territorio, abilitando anche i medici di base a prescriverli. “Se non si sblocca la regola si rischia di non riuscire a ridurre il numero dei decessi e di far scadere le pillole", rileva Broccolo

Una criticità evidenziata anche dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, secondo il quale "è necessario semplificare l'iter per l'accesso agli antivirali orali, perché la procedura attuale ritarda molto i tempi"

Per questo, afferma, "chiediamo che sia resa possibile la prescrizione anche da parte del medico di base e soprattutto che le pillole possano essere distribuite anche nelle farmacie distrettuali delle Asl e non solo in quelle ospedaliere. Abbiamo fatto presenti queste richieste all'Aifa e aspettiamo ora la convocazione di un tavolo”