
Covid, chi viene colpito di più dalla perdita dell'olfatto? E da cosa è causata? Lo studio
Secondo una ricerca condotta dall’Albert Einstein College of Medicine di New York pubblicata sulla rivista scientifica Nature Genetics, il virus interferisce con due geni responsabili della gestione dell’olfatto nell’organismo umano e animale: UGT2A1 e UGTA2. I contagiati più esposti a questo sintomo sarebbero le donne, i giovani e chi, in generale, ha un olfatto più sviluppato

Potrebbe essere stato scoperto il meccanismo alla base della perdita dell’olfatto che colpisce alcune persone contagiate dal Covid-19. Una ricerca condotta dall’Albert Einstein College of Medicine di New York, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Genetics, avrebbe dimostrato come il virus interferirebbe con due geni responsabili della gestione dell’olfatto nell’organismo umano e animale
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LO STUDIO - Allo studio, a cui ha collaborato l’azienda americana di genomica e biotecnologia 23andMe, hanno partecipato 69.841 persone positive al coronavirus. Il 68% di questi (47.298 contagiati) hanno lamentato come sintomo anche una condizione di anosmia o ageusia, cioè di perdita di olfatto o di gusto
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Analizzando i pazienti, i ricercatori americani avrebbero riscontrato come l’anosmia sia legata a una caratterista genetica
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I geni responsabili del disturbo sono stati individuati negli UGT2A1 e UGTA2, a cui si associa un aumento dell’11% della possibilità di sviluppare la perdita di olfatto o gusto come conseguenza dell’infezione da Covid-19
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Questi due geni forniscono all’organismo gli impulsi per l’elaborazione di informazioni per la sintesi di molecole con lo scopo di rimuovere le sostanze odorose che entrano nelle cavità nasali, legandosi ai recettori olfattivi
Lo studio pubblicato su Nature Genetics
Il coronavirus, interferendo con le loro attività, porterebbe al deteriorarsi delle funzioni cellulari

I PAZIENTI PIÙ COLPITI – A essere più colpite, secondo la ricerca, sarebbero le donne. Il 72% delle pazienti infette avrebbe infatti riportato la perdita di olfatto come sintomo. La percentuale scende al 61% tra gli uomini positivi

Per quanto riguarda l’età, lo studio sottolinea come a perdere l’olfatto sarebbero soprattutto i pazienti più giovani

Inoltre, sarebbero i pazienti con un olfatto particolarmente sviluppato i più esposti alla sua perdita

ULTERIORI RICERCHE – Le conclusioni dello studio sottolineano come, per avere certezza dei risultati ottenuti, sia necessario replicare la ricerca in futuro. Tra i limiti evidenziati dagli stessi ricercatori viene citato il fatto che, nei pazienti, la perdita dell’olfatto e del gusto vengono ricomprese in un unico sintomo: sarebbe necessario avviare studi approfonditi su entrambi i sintomi

Non sono ancora chiari inoltre i tempi di recupero dalla perdita di olfatto. Una ricerca della Washington University di St. Louis stima che, negli Stati Uniti, potrebbero essere circa un milione le persone che, dopo il Covid, avrebbero perso l’olfatto per sei mesi o più tempo

Un’altra ricerca, pubblicata sul Journal of American Medical Association, ha evidenziato come per il 90% dei pazienti Covid analizzati la perdita di olfatto sia durata più o meno un mese. Solo nel 10% dei casi il sintomo sarebbe andato oltre le quattro settimane. Alla ricerca, a cui hanno collaborato anche ricercatori dell’Università di Padova e di Trieste, hanno partecipato 202 positivi all'infezione