Sileri a Sky TG24: “Con il calo dei contagi necessaria una rimodulazione delle regole”

Salute e Benessere

Ne ha parlato, a “Timeline”, il sottosegretario alla Salute. “Vediamo che il Regno Unito ha già cominciato un calo dei casi, il che significa che hanno passato la parte più brutta” dell’ondata “e il numero dei ricoveri non è poi stato così drammatico come poteva essere atteso. La stessa cosa accadrà anche in Italia: alcune Regioni come la Lombardia stanno già vedendo meno contagi e questo determinerà la necessità di una rimodulazione e, ovviamente, un adattamento delle regole con la nuova situazione”, ha spiegato

SILERI A SKY TG24: L'INTERVISTA INTEGRALE

Le regole relative all’utilizzo del Green pass potrebbero subire delle rimodulazioni, a seconda dell’andamento dei contagi. A sottolinearlo, intervenendo a “Timeline” in onda su Sky TG24, è stato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in merito all’ipotesi di una esenzione per l’ingresso in quelle attività commerciali per le quali sarebbe obbligatorio presentare il certificato verde. “Vediamo che il Regno Unito ha già cominciato un calo dei casi, il che significa che hanno passato la parte più brutta” dell’ondata “e il numero dei ricoveri non è poi stato così drammatico come poteva essere atteso. E la stessa cosa accadrà anche in Italia, anzi alcune Regioni come la Lombardia stanno già vedendo meno contagi: questo determinerà la necessità di una rimodulazione e, ovviamente, un adattamento delle regole con la nuova situazione”, ha spiegato. Necessario, in questo momento aspettare le decisioni, “anche perché questa continua ricerca di informazioni può creare solo confusione nella popolazione. La verità è che la linea viene dettata da quello che è l’andamento della circolazione virale. In questo momento abbiamo un virus che, probabilmente, creerà molti meno problemi di quelli attesi, nel senso che abbiamo una variante più diffusiva ma molto meno cattiva”, ha detto ancora.

Una popolazione sempre più vaccinata

“Abbiamo una popolazione che è sempre più vaccinata e grazie anche all’obbligo degli over 50 aumenterà. C’è chi dice che aumenteranno di poco i vaccinati ma, attenzione, perché avere un raddoppio dei vaccinati sopra i 50 anni, che prima non si erano nemmeno avvicinati alla vaccinazione, significa proteggerli”, ha riferito Sileri a proposito della campagna vaccinale italiana. “Non ci dimentichiamo che non è ancora finita. Probabilmente ci stiamo portando verso la fase endemica, ma il futuro per i vaccinati sarà sicuramente più sicuro rispetto ai non vaccinati, e questo determinerà un alleggerimento progressivo di quelle che sono le eventuali restrizioni o ciò che, oggi, viviamo”.

“I dati vanno spiegati, altrimenti ci si smarrisce”

Tra i temi toccati da Sileri anche quello relativo al bollettino quotidiano relativo ai contagi nel nostro Paese. “I dati devono essere comunicati. Anzi devono essere anche di più rispetto a quelli che vengono comunicati, per consentirne l’interpretazione e un’analisi accurata”, ha spiegato il sottosegretario. Il report quotidiano, dunque, deve continuare ad essere diffuso, “ma importante è la forma con la quale lo si presenta. Nell’arco della settimana vi è una variabilità di questi dati, per esempio la domenica ed il lunedì si ha un numero di morti più basso mentre, di solito, lo stesso il martedì aumenta, e così vediamo i giornali che titolano che c’è un aumento dei decessi: questi numeri devono essere spiegati e spalmati sulla curva settimanale, che dà sicuramente molto meglio l’idea di quello che realmente sta accadendo. L’analisi dei dati deve essere accurata, ma anche la trasmissione dei dati lo deve essere altrettanto”, ha affermato.

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La differenza tra malato e positivo e i dati su chi va in terapia intensiva

“Quello che, invece, oggi è necessario è spiegare meglio la differenza che c’è, e questo lo diciamo da tanto tempo ma con Omicron vale di più, fra malato e positivo: quest’ultimo non è assimilabile al primo”, ha spiegato ancora Sileri. E, allo stesso modo importante, è “spiegare chi va in terapia intensiva, se queste persone sono vaccinate e da quanto tempo lo sono, qual è la loro età: bisogna dire, ad esempio, che l’età media di coloro che vanno in terapia intensiva è di 10-12 anni più alta nei vaccinati rispetto a coloro che non sono vaccinati”, ha continuato. A cosa serve spiegare questi dati? “Aiuta la popolazione non solo ad essere più tranquilla ma anche a capire esattamente ciò che sta accadendo”, ha sottolineato. Ciò su va posta attenzione, in definitiva, non è la periodicità del bollettino, “ma come viene espresso e spiegato questo susseguirsi di numeri ogni giorno, in cui continuiamo a puntare il dito sui positivi quando, probabilmente, va visto il trend, soprattutto di quelli che sono i ricoveri, di che tipo sono e quanto durano. I dati vanno spiegati, altrimenti la popolazione si smarrisce”.

Stanziati 500 milioni di euro per recupero liste d’attesa

Infine, da Sileri una rassicurazione dopo che, di recente, la Società italiana di chirurgia (Sic) aveva lanciato un allarme. “La riduzione degli interventi chirurgici in Italia è drammatica” e “spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio”, avevano detto i chirurghi, segnalando come l'attività operatoria in tutta Italia sia stata ridotta nella media del 50%, con punte dell'80%. “Sono già stati stanziati 500 milioni di euro per il recupero delle liste d’attesa, prevalentemente per l’area ambulatoriale e in parte per i ricoveri. Quello che dovrà essere fatto, e al quale stiamo lavorando, è incrementare queste risorse, così come anche le indicazioni che devono essere date per preservare quella che è l’attività chirurgica”, ha annunciato. “E’ giusto occupare posti letto quando non ve ne sono, però preserviamo quella potenzialità chirurgica che altrimenti farà accumulare malattie che creeranno ulteriori danni in futuro. E per danni intendo dire non solo al paziente stesso, ma anche al servizio sanitario nazionale”, ha concluso Sieri. “Vi è un tavolo al ministero, che è quello dei chirurghi, e poi ce n’è anche un altro che sta facendo un’analisi puntuale, sui dati regionali, di quelle che sono le prestazioni che in questo momento sono accumulate, anche per trovare ulteriori risorse da destinare allo smaltimento di queste stesse prestazioni che purtroppo, al momento, non sono garantite”.

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