
Varianti Covid, la situazione in Italia: ecco la fotografia dell’Iss
La Delta (ex indiana) rappresenta ormai la quasi totalità dei casi di coronavirus in Italia: 98,4%. Diminuisce ancora la diffusione della Alfa, scesa allo 0,1%. Nessun caso accertato di variane Mu. L'Istituto: "Continuare con vaccini e tracciamento unico modo per scongiurare nuove forme del virus"

La variante Delta (ex indiana) rappresenta ormai la quasi la totalità delle altre forme di infezione da coronavirus registrate in Italia, sequenziata nel 98,4% dei casi totali. Praticamente scomparso il ceppo Alfa (ex inglese), nessuna traccia invece della variante Mu, per la prima volta isolata in Sud America. È il quadro che emerge dal sistema di sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss)
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I dati, contenuti nel decimo bollettino dell’Iss sulla prevalenza e la distribuzione delle varianti di Covid-19 in Italia, si riferiscono alle sequenze depositate tra il 14 agosto e il 27 settembre 2021 sulla piattaforma I-Co-Gen, dedicata alla sorveglianza genomica delle varianti del virus
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VARIANTE DELTA – Negli ultimi 45 giorni, quasi la totalità dei tamponi sequenziati è risultato quindi positivo alla variante Delta, contro l’88,7% del bollettino precedente, rilasciato il 17 settembre scorso
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VARIANTE ALFA – Nello stesso periodo di tempo, la variante Alfa -responsabile del forte aumento di casi registrato nel Regno Unito nella prima metà del 2021- ha avuto una diffusione dello 0,1% sul totale dei tamponi processati e sequenziati
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La rilevazione precedente ne segnalava una presenza sul territorio dello 0,4%
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Il ceppo, secondo una ricerca giapponese, sarebbe 12,4 volte più resistente verso gli anticorpi di chi ha già avuto il Covid e 7,5 volte rispetto le difese sviluppate tramite vaccino. L’Iss, comunque, sottolinea che è necessario continuare a monitorare la diffusione di ulteriori varianti in Italia per evitare future minacce sanitarie

ALTRE VARIANTI - L’1,4% dei lignaggi non oggetto di monitoraggio da parte del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 è rappresentato dalla variante B.1.1.318 -ancora considerata “sotto monitoraggio”, e dunque non inclusa tra i ceppi più preoccupanti- e dalle varianti B.1.621, C.37 e C.37.1 (Lambda). Le ultime tre sono classificate come VOI (Variant of Interest), forme di Covid che hanno “un impatto significativo sulla trasmissibilità, gravità dell’infezione e/o immunità”

LA RICERCA – I dati diffusi si basano su un totale di 8.596 casi genotipizzati/sequenziati. Nella rilevazione precedente, che analizzava i contagi nel periodo dal 31 luglio al 13 settembre- erano stati 8.225

LA PIATTAFORMA – La piattaforma I-Co-Gen è attiva dallo scorso 29 aprile. A oggi ha analizzato oltre 53mila sequenze

LE RACCOMANDAZIONI DELL’ISS – Gli strumenti per scongiurare una vasta diffusione di ulteriori varianti del virus, con conseguente aumento dei casi, per l’Iss sono “una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione”

Inoltre, sottolinea l’Istituto, è necessario continuare con il “tracciamento e contenimento dei casi”