Vaccini, dal Tar ok al differimento del richiamo Pfizer a 35 giorni

Salute e Benessere

Lo hanno stabilito due sentenze del Tar del Lazio che hanno ritenuto legittima la decisione di differire, passando da 21 a 35 giorni, la somministrazione della seconda dose del vaccino anti-Covid di Pfizer. Sono stati respinti, così, due ricorsi proposti da alcuni cittadini laziali

La decisione di differire, passando da 21 a 35 giorni, la somministrazione della seconda dose del vaccino anti-Covid prodotto e sviluppato da Pfizer è legittima. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, attraverso due sentenze con le quali ha respinto altrettanti ricorsi avanzati da un paio di gruppi di cittadini laziali. Al centro dell'impugnativa c’era soprattutto la nota della Regione Lazio, relativa al 10 maggio scorso, adottata sulla base di una circolare del Ministero della salute, emessa dopo un verbale della Commissione Tecnico Scientifica del 30 aprile. (VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Le scelte dei giudici

Proprio il Tar, nelle due sentenze, ha evidenziato in fase preliminare come la motivazione alla base dei provvedimenti impugnati sia stata quella “di ampliare il più possibile lo spettro dei soggetti da sottoporre a prima vaccinazione”. I giudici hanno segnalato, inoltre, come secondo alcuni organismi internazionali e sulla base di diversi pareri scientifici, “lo slittamento da 3 a 6 settimane della seconda dose, ridotte poi a 5 dalla Regione Lazio con il provvedimento impugnato, sarebbe in grado di non recare particolare nocumento alla popolazione da sottoporre a vaccinazione”. Tra le decisioni prese dai giudici amministrativi viene segnalata, ancora, “la non sussistenza di alcun difetto d'istruttoria nella decisione contestata, non preceduta - ad avviso dei ricorrenti - da alcuna analisi di carattere scientifico”.

La decisione legata al foglietto illustrativo

Nell’ambito delle decisioni prese, scrive ancora il Tar, “la censura risulta per tabulas smentita , ove soltanto si consideri che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, con proprie raccomandazioni dell'8 gennaio 2021, aveva già ampiamente affermato che, nell'obiettivo di ampliare al massimo il numero di soggetti da sottoporre a prima vaccinazione, l'intervallo tra le due dosi di vaccino Pfizer potrebbe essere esteso fino a 42 giorni e ciò anche sulla base di dati e di fattori clinici attualmente disponibili”. In ultimo ed in risposta al vizio segnalato dai ricorrenti, i quali sottolineavano come il foglio illustrativo del vaccino raccomandasse la somministrazione della seconda dose a distanza di tre settimane dalla prima, gli stessi giudici hanno ritenuto preponderante la testi del Cts, emessa sulla base di una “corposa produzione documentale”, piuttosto che quella dei cittadini laziali, “basata unicamente su quanto riportato nel foglietto illustrativo del farmaco stesso”. Il foglietto, infatti, “reca una mera 'raccomandazione', in tal senso, e non piuttosto una 'controindicazione'”, ha spiegato, in conclusione, il Tar del Lazio.

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