Diabete di tipo 1, una cena speciale nei panni di chi non può mai perdere il controllo
Salute e BenessereL'evento "Diabetable", che si è tenuto il 19 novembre a Roma, nasce da un’idea dell'atleta con diabete Monica Priore con l’obiettivo far sedere attorno a un tavolo istituzioni, associazioni di pazienti, aziende e media per creare consapevolezza sulla patologia in modo originale e innovativo. Grazie a una compagnia teatrale
Per le persone con diabete di tipo 1 ogni pasto rappresenta una sfida. L'esperienza di un pranzo o una cena non è mai spensierata, ma condizionata costantemente da numeri e decisioni che hanno a che fare con i valori della glicemia, i grammi dei carboidrati nel piatto e le dosi di insulina da stimare. Insomma, mangiare diventa un'azione stressante. Tutti i giorni, per tutta la vita. Eppure questo aspetto è poco conosciuto, perché il diabete di tipo 1, patologia cronica di origine autoimmune che colpisce circa 300 mila persone in italia e un'incidenza in costante aumento, è una malattia invisibile. Di diabete di tipo 1 si ammalano anche i bambini: ogni anno in 12,26 su 100 mila, con maggior frequenza nei maschi rispetto alle femmine (13,13 contro l’11,35 rispettivamente) e il 25-40 % esordisce con una chetoacidosi diabetica, la complicanza più acuta del diabete, potenzialmente letale. L’incidenza, e conseguentemente la prevalenza, del diabete di tipo 1 sono costantemente cresciute nel corso degli ultimi decenni in tutto il mondo, divenendo oggi la malattia cronica più diffusa dell’infanzia e della adolescenza, rappresentando pertanto un problema emergente per la salute pubblica.
"Diabetable": una cena esperienziale per capire cosa si prova
Ma in Italia di questa patologia - ancora frequentemente confusa con il diabete di tipo 2 - si conosce ancora poco. Per questo informare e creare consapevolezza sul diabete di tipo 1 è importante, e per per spiegare quali sono le difficoltà che chi ne soffre deve affrontare durante un pasto è nato il progetto "Diabetable: nei panni di chi non può mai perdere il controllo". Una tavolta rotonda esperienziale, per la prima volta in Italia, dove rappresentanti delle istituzioni, associazioni di pazienti, aziende e media si sono seduti attorno a un tavolo per mettersi nei panni di chi vive la patologia, con l'obiettivo di creare consapevolezza in modo originale e innovativo, attraverso l'esperienza diretta e l'empatia. L’evento, nato da un’idea della nuotatrice con diabete di tipo 1 Monica Priore, è stato organizzato per la prima volta da Diabete Italia e One Health, rivista specializzata in tematiche riguardanti la salute, con il contributo non vincolante di Medtronic, azienda che fornisce tecnologie mediche che ha partecipato all'esperienza.
Un pensiero costante, nonostante la tecnologia
"I pasti", racconta Monica Priore, atleta capace di imprese straordinarie come attraversare lo stretto di Messina a nuoto monitorando la glicemia, "sono sicuramente una componente tra le più impattanti. Quando una persona con diabete approccia un pasto deve sempre chiedersi cosa stia mangiando, quali tipo di macroelementi sta per ingerire, quantificarli in termini di carboidrati e regolare il corretto dosaggio di insulina da somministrare". Una sfida complessa che grazie al lavoro della compagnia teatrale Loftheatre ha reso ogni commensale più consapevole delle difficoltà di una persona con diabete, che sul tavolo del ristorante ha sempre con sé insulina, lettore del sensore di monitoraggio della glicemia e glucometro. "Avere il diabete di tipo 1", afferma Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia, "significa non poter mai staccare la spina, mai completamente. Oggi le tecnologie a nostra disposizione alleggeriscono la gestione della patologia nella vita quotidiana, ma la verità è che il diabete per poter essere gestito al meglio deve restare sempre e comunque un pensiero costante, che dura 24 ore su 24, 7 giorni su 7".
La consapevolezza per migliori servizi ed equità nelle cure
"Crediamo fortemente nelle iniziative che contribuiscono a creare sensibilizzazione", spiega Luigi Morgese, Business Director di Medtronic Diabete Italia. "La consapevolezza può portare a un aumento delle risorse e del supporto per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie e tecnologie per il trattamento del diabete di tipo 1, può altresì influenzare le politiche sanitarie, portando a migliori servizi e ad un’equità nell’accesso alle tecnologie nelle varie Regioni, garantendo migliori outcome clinici e una migliore aderenza alla terapia, con un approccio che metta sempre al centro le persone che tutti i giorni convivono con questa patologia".