Oncologia di precisione, di cosa si tratta

Salute e Benessere
Alessandra Pellegrino

Alessandra Pellegrino

Nel processo di cura di una malattia tumorale, oltre all’oncologo, ci sono altre figure professionali: il patologo e il biologo molecolare. Professionisti specializzati nell’analisi clinica di campioni di tessuto, sangue o altri liquidi che effettua indagini di morfologia macro e microscopica, analisi chimiche, immunologiche e molecolari con l’obiettivo di individuare una patologia

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Grazie alla ricerca e alle innovazioni mediche si è arrivati alla consapevolezza che per curare nel modo migliore una malattia oncologica è necessario studiare delle terapie personalizzate che vengono realizzate sulla base del tumore stesso, ma soprattutto sulla persona. È possibile effettuare uno studio di questo tipo attraverso l’oncologia di precisione, una nuova direzione verso cui si sta orientando la medicina moderna. In molti casi i tumori si formano a causa di mutazioni genetiche, ma non è tutto. Per stabilire quante possibilità ci sono che un carcinoma si sviluppi e prevedere anche la risposta del paziente a determinati trattamenti è fondamentale studiare il genoma, ossia il complesso di geni o di cellule dell’organismo, proprio per ottenere delle risposte appropriate. "Solo nel momento in cui si ha un quadro della situazione ben delineato è possibile somministrare terapie adeguate – dichiara il Professor Umberto Malapelle, titolare del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università Federico II di Napoli - è condizione indispensabile per dare il giusto trattamento alla giusta paziente".

Gli strumenti di cui si avvale l'oncologia di precisione sono i test NGS - Next Generation Sequencing - in grado di individuare oltre 300 mutazioni o varianti patogenetiche correlate alla malattia, ottenute attraverso una biopsia solida o liquida. Il Professor Malapelle ha spiegato che proprio la biopsia liquida "è un modo estremamente veloce per avere accesso a informazioni come, ad esempio, le mutazioni legate al carcinoma della mammella in stadio avanzato. Si tratta di un prelievo di sangue venoso periferico – chiarisce il Professore – da cui si estrapola il plasma che permette, a sua volta, la possibilità di estrarre il DNA dal plasma stesso. A questo punto è possibile osservare le caratteristiche delle diverse mutazioni patogenetiche che, dopo essere stato mandato all'oncologo, consentono di disegnare il miglior percorso terapeutico per il paziente con tumore al seno". Proprio per questo è fondamentale che il patologo e l'oncologo lavorano adottando un approccio multidisciplinare tra le varie competenze.

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