La dieta mediterranea e i benefici sui disturbi cognitivi: lo studio

Salute e Benessere

Lo ha sottolineato una revisione di ricerca basata sugli esiti di 45 studi sul tema, pubblicata sul “Journal of American Medical Directors Association” (JAMDA) e coordinata dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Ne è emerso come seguire questo regime alimentare possa contribuire ad “una miglior percezione del proprio funzionamento cognitivo e, in taluni casi, a una minore incidenza dei disturbi”

Seguire un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea può contribuire ad “una miglior percezione del proprio funzionamento cognitivo e, in taluni casi, a una minore incidenza dei disturbi”. È questo, in sostanza, ciò che è emerso da una revisione di ricerca pubblicata sul “Journal of American Medical Directors Association” e coordinata dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Gli effetti sul declino cognitivo

Lo studio, in particolare, si è soffermato su patologie quali il morbo di Alzheimer o la demenza vascolare e, come riporta un comunicato diffuso dal Cnr sul proprio sito, ha permesso di approfondire i risultati relativi a 45 studi che hanno riguardato più nello specifico pazienti anziani, con l’obiettivo di osservare gli effetti della dieta mediterranea “sul declino cognitivo e sullo sviluppo di disturbo cognitivo lieve”. Federica Limongi, ricercatrice dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche e tra gli autori dello studio, ha spiegato che da questa revisione “è emerso che l’aderenza a lungo termine alla dieta mediterranea è associata a un’auto-percezione di migliore funzione cognitiva, dato importante poiché la sensazione soggettiva di difficoltà cognitive è associata a un maggior rischio di sviluppare demenza nelle persone affette da una forma lieve. I risultati riguardanti l’effetto di tale regime alimentare sullo sviluppo del disturbo cognitivo lieve diagnosticato con test oggettivi, sono stati differenti, ha spiegato: “dagli studi longitudinali non sono emersi effetti protettivi. Ma dal Predimed, un importante trial clinico multicentrico svolto in Spagna, è risultato che i partecipanti, persone ad alto rischio cardiovascolare che aderivano alla dieta mediterranea arricchita con olio extra-vergine di oliva, mostravano una minore incidenza di disturbo cognitivo lieve rispetto al gruppo di controllo, con un effetto dose-risposta”, ha riferito Limongi. In breve, dunque, è emerso come “la diminuzione sia risultata superiore in chi aderiva maggiormente a questo stile alimentare”.

Un “effetto protettivo”

Quali i meccanismi che favorirebbero questo processo? Tra essi, spiegano ancora gli esperti, la dieta mediterranea può innescare “la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, della neuroinfiammazione e della neurodegenerazione e la regolazione della struttura e della funzione del microbiota intestinale, fortemente associato alla funzionalità cognitiva”. Un dato, in definitiva, è piuttosto evidente, come ha sottolineato, in conclusione, Limongi: “l’evidenza scientifica globale è certamente a favore di un effetto protettivo della dieta mediterranea sulla funzione cognitiva”, ha detto l’esperta.

dieta_mediterranea

approfondimento

Dieta mediterranea, cosa mangiare: esempio di menù settimanale

Salute e benessere: Più letti