Vaccini, AstraZeneca conferma possibile taglio produzione e valuta impianti fuori da Ue

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Le date di consegna, la frequenza e il volume "possono subire alterazioni dovute ai processi di produzione e alle tempistiche dei processi di controllo qualità". Lo ha sottolineato AstraZeneca, in riferimento alla notizia di un possibile taglio delle previste dosi di vaccino anti-Covid all'Ue, per il secondo trimestre del 2021. In ogni caso, ha confermato l'azienda biofarmaceutica, si sta lavorando "con l'obiettivo di essere in linea con quanto indicato nel contratto"

"Le date di consegna, la frequenza e il volume possono subire alterazioni dovute ai processi di produzione e alle tempistiche dei processi di controllo qualità". Lo ha affermato AstraZeneca, in riferimento alla notizia di un taglio delle previste dosi di vaccino anti-Covid all'Ue, per il secondo trimestre del 2021, resa nota nelle scorse ore da un funzionario dell'Ue all’agenzia Reuters. Il funzionario, direttamente coinvolto nei colloqui con il produttore di farmaci anglo-svedese, aveva confermato che AstraZeneca ha riferito durante le riunioni interne che "avrebbe erogato meno di 90 milioni di dosi nel secondo trimestre". Ma l’azienda, per rispettare il contratto stipulato con l'Ue che prevede la consegna di 180 milioni di dosi entro giugno, potrebbe adesso ricorrere alla produzione da impianti situati fuori dalla stessa Unione Europea.

Al lavoro per aumentare la produttività della catena di approvvigionamento nell'Ue

L’ipotesi è stata confermata dalle dichiarazioni di un portavoce dell'azienda. "Circa la metà del volume previsto dovrebbe provenire dalla catena di approvvigionamento dell'Ue, mentre il resto dovrebbe provenire dalla sua rete di approvvigionamento internazionale", ha spiegato. In questo momento, ha assicurato ancora, AstraZeneca "sta lavorando per aumentare la produttività della sua catena di approvvigionamento nell'Ue e per continuare a utilizzare la sua capacità globale per rispettare la consegna di 180 milioni di dosi nell'Ue nel secondo trimestre". Il contratto con la Commissione europea, ha precisato poi AstraZeneca, "è stato siglato nell’agosto del 2020 e in quel momento non era possibile fare una stima precisa delle dosi, che dipende dalla produttività degli impianti di produzione di un vaccino ad alta complessità biologica che non era stato mai prodotto". Alla "complessità" per la produzione del vaccino, ha sottolineato poi l'azienda biofarmaceutica, "si è aggiunta una produttività inferiore alle previsioni nello stabilimento destinato alla produzione europea, e per questo non siamo ancora in grado di fornire previsioni dettagliate per il secondo trimestre". In ogni caso, si sta lavorando "con l'obiettivo di essere in linea con quanto indicato nel contratto".

Le consegne all’Italia

"Così come annunciato la settimana scorsa, stiamo continuamente aggiornando il nostro programma di consegna e informando la Commissione Europea e il commissario Arcuri su base settimanale dei nostri piani per portare più dosi di vaccino in Europa nel più breve tempo possibile", ha spiegato l’azienda, che ha confermato di essere al lavoro “per rispettare l’impegno di consegnare all’Italia 4,2 milioni di dosi nel primo trimestre, con l’obiettivo di superare i 5 milioni”. Dopo aver fatto arrivare già più di un milione di dosi nel nostro Paese, “per le prossime settimane sono pianificate altre tre consegne per un milione di dosi addizionali e successivamente altre consegne per raggiungere alla fine del mese di marzo il totale previsto per il primo trimestre”, si legge ancora in una nota. “I processi di produzione dei prodotti biologici come questo vaccino sono complessi, e una moltitudine di fattori produttivi e di test di qualità che vengono minuziosamente fatti su ogni lotto possono avere un impatto sulla data, frequenza e numero di dosi di ogni consegna”, viene precisato. L’ultima consegna effettuata “è risultata inferiore di circa il 7% rispetto alle previsioni, ma allo stesso modo le consegne della settimana precedente erano leggermente superiori al previsto”, ha confermato AstraZeneca. “Purtroppo lavoriamo senza nessuna riserva che ci possa dare margine per gestire la normale variabilità del processo produttivo dato che ogni dose prodotta viene immediatamente resa disponibile”.

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