Di Lorenzo (Irbm) a Sky TG24: “Produrre vaccino è complicato, può servire anche un anno”
Salute e BenessereLo ha sottolineato il presidente e amministratore delegato dell’Irbm di Pomezia, intervenendo nel corso di “Timeline”, a proposito della possibilità di aumentare le dosi dei vaccini contro il Covid-19, producendone anche in Italia
Produrre un vaccino “è parecchio complicato”. A dirlo è stato Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato dell’Irbm di Pomezia, ospite su Sky TG24 di “Timeline”, parlando a proposito della possibilità di aumentare le dosi di vaccini contro il Covid-19, producendone anche in Italia.
Vaccini: per la produzione “servono tanti mesi”
“Quando sento dire ‘facciamo di corsa’, penso sia un esercizio di buona volontà, ma dal punto di vista pratico servono tanti mesi, per non dire un anno e più”, ha sottolineato ancora Di Lorenzo, numero uno dell’azienda operante nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica. “Per mettere in piedi un laboratorio, soltanto dal punto di vista delle apparecchiature, mediamente servono 6-7, anche 10 mesi, fino a un anno, perché le apparecchiature non si comprano al supermercato”, ha spiegato ancora. “Vanno ordinate e poi vengono costruite e mediamente consegnate a 6 mesi. Si supera abbondantemente un anno”, ha ribadito nel corso del suo intervento.
“Una tecnica di laboratorio complessa e delicata”
“E’ necessario poi un periodo di training che dura mediamente 3-4 mesi (un mese a lotto), oltre a un team di ricercatori che abbia già le competenze per portare avanti un laboratorio Gmp, come si chiama in gergo, nel quale vengono prodotti i vaccini”, ha quindi concluso. Arrivare al prodotto finale, secondo Di Lorenzo, “presuppone una tecnica di laboratorio complessa e delicata, ai fini soprattutto della sicurezza”, ha infine sottolineato il presidente di Irbm.