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Covid, Arcuri: “Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino”

Salute e Benessere

Nel corso di una conferenza stampa, il commissario per l’emergenza Covid, ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le consegne dei vaccini all’Italia. Annunciando che, dopo Pfizer e AstraZeneca, anche Moderna “per la settimana dell'9 febbraio, delle previste 166mila dosi, ne consegnerà 132mila, il 20% in meno”

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"Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto". Lo ha riferito il commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa e in seguito al taglio delle dosi di siero annunciato da Moderna, che fa seguito a quelli di Pfizer e AstraZeneca. Anche l’azienda statunitense che opera nel campo delle biotecnologie, infatti, ha annunciato delle riduzioni nelle consegne del proprio vaccino. "Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell'9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno”, ha confermato ancora Arcuri. "Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica", ha poi commentato. (Covid-19, il vaccino in Italia e nel mondo: DATI E GRAFICIPillole di vaccino, dal vaiolo al Covid-19: i video delle puntate)

Un italiano su 23 contagiato

"Un italiano ogni 23 si è contagiato da inizio epidemia", per oltre un totale di 2,5 milioni di casi di coronavirus nel nostro Paese, ha ricordato ancora il commissario per l’emergenza. "Ma grazie alle misure di contenimento la curva viene tenuta entro ambiti di non esplosività", ha sottolineato.

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Rispettare i contratti

"Il vaccino non è una bibita e neanche una merendina, il vaccino è l'unico antidoto per uscire da una notte che dura un anno, non si può scherzare né voltarsi dall'altra parte quando si tratta della salute delle persone", ha riferito ancora Arcuri, tornando a chiedere alle case farmaceutiche di rispettare gli accordi. "Non si devono fare propaganda, annunci e promesse, si devono consegnare i vaccini che i contratti prevedono debbano essere consegnati", ha riferito. "Confidiamo che i ritardi finiscano e che cresca il numero dei produttori. Il mercato funziona quando c'è non solo tanta domanda, ma anche tanta offerta. E' necessario che ci siano tanti produttori non in possesso di un candidato vaccino, ma di un vaccino", ha aggiunto ancora.

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Senza vaccini, difficoltà nella vaccinazione di massa

"E' molto difficile iniziare una campagna di vaccinazione di massa, se non ci sono i vaccini", ha spiegato Arcuri, nel corso della conferenza stampa. "Il 20 gennaio abbiamo bandito la gara per i padiglioni temporanei (le Primule) per le vaccinazioni, il termine per la presentazione delle offerte è prorogato al 3 febbraio, come prorogati sono i termini per la realizzazione fino a quando potrà iniziare la campagna di massa, molto difficile se non ci sono i vaccini", ha spiegato. 

Il vaccino di ReiThera

Intanto, al momento, l'obiettivo strategico "è quello di dare all'Italia una rete di ricerca e sviluppo migliore di quella precedente, in grado anche di arrivare a produrre un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid", ha detto Arcuri, sottolineando che la scelta "autoctona" non significa che l'Italia non continuerà a sostenere un'azione comune europea. Poi, proprio a proposito del vaccino italiano di ReiThera, il commissario per l'emergenza ha ribadito che si tratta di un farmaco "molto promettente" e che sarà fatto "ogni sforzo affinché possa presentare il prima possibile l'autorizzazione in commercio".

Medici ed infermeri sul territorio

"Oggi arrivano sul territorio i primi medici e infermieri selezionati a seguito della nostra call. Sono passati 29 giorni da quando il Parlamento ha emanato la norma che ci ha permesso di farlo, un tempo sideralmente inferiore a quello a cui eravamo abituati in Italia"., ha confermato ancora. "Su 26.690 domande pervenute continuiamo la selezione, stiamo contrattualizzando altre centinaia di oltre 2 mila medici selezionati. Cerchiamo di arrivare a 12 mila tra medici e infermieri per rafforzare le strutture impegnate di giorno e di notte in questa emergenza", ha detto. 

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