Covid-19, primo caso registrato in Micronesia

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Lo ha riferito il presidente David Panuelo, nel corso di un discorso televisivo. "Tutti i cittadini devono mantenere la calma. Niente panico, perché la situazione è sotto controllo", ha detto. Il contagiato sarebbe un marinaio attualmente presente su una nave ancorata in una laguna e monitorata 24 ore su 24. La Micronesia era uno dei pochi Paesi al mondo a non esser stato ancora toccato dalla pandemia

Gli Stati Federati di Micronesia, nazione insulare del Pacifico conosciuta semplicemente come Micronesia, fa parte dell'Oceania e rappresentava, almeno fino ad oggi, uno degli ultimi Paesi al mondo risparmiati dai contagi di Covid-19. Ma anche questo record è caduto, dopo l’ammissione del presidente David Panuelo, del primo caso di coronavirus all'interno dei confini locali.

Le spiegazioni sul primo caso locale

Proprio Panuelo ha spiegato, nel corso di un discorso televisivo alla nazione, come questa notizia sia "allarmante" per l'arcipelago popolato da 100mila abitanti, sostenendo però che la persona risultata infetta è sotto stretta sorveglianza. "Tutti i cittadini devono mantenere la calma. Niente panico, perché la situazione è sotto controllo", ha detto. Il nuovo coronavirus sarebbe stato rilevato in un marinaio di una nave governativa, la “Chief Mailo”, che era stata inviata per una serie di riparazioni nelle Filippine. Il paziente individuato come positivo al coronavirus e i suoi colleghi sono rimasti a bordo della stessa imbarcazione, ancorata in una laguna, e sotto costante sorveglianza 24 ore su 24. “Per questo motivo rimaniamo in una condizione che permette a scuole, chiese e attività commerciali di ogni tipo di restare aperte", ha aggiunto il presidente.

La situazione dei Paesi insulari del Pacifico

La Micronesia, situata nella parte centrale e orientale delle Isole Caroline, fra le Isole Marianne a nord, le Isole Marshall e Kiribati a est, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone e Nauru a sud e Palau a ovest, fa parte di quei Paesi insulari del Pacifico che sono risultati particolarmente efficienti nel proteggersi dalla pandemia, decidendo ben presto di chiudere i propri confini, nonostante il costo molto alto di questa scelta, soprattutto in riferimento alle economie locali, decisamente condizionate dal turismo. Queste restrizioni, parte di un approccio alla pandemia molto cauto, sono state messe in atto specie a causa della debolezza dei sistemi ospedalieri locali, oltre all'elevata prevalenza di obesità e problemi cardiaci tra le popolazioni di questi territori.

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