Lo ha sottolineato il ministro della Salute, intervenendo nel corso delll'Health Care Summit del Sole 24 ore. Speranza, commentando le recenti misure del Governo, inserite nell’ultimo Dpcm, ha detto che non si tratta di “una linea dura, ma di una linea necessaria”. E, a proposito dei dati sulla diffusione dei contagi in Italia, ha precisato che l’indice Rt sotto l’1 “non significa uno scampato pericolo”
“Se pensiamo che un primo raggio di sole significhi una vittoria definitiva rischiamo di metterci in difficoltà, per questo siamo costretti a chiedere qualche altro sacrificio. Questo non è bello per chi governa. Sarebbe bello dire 'togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità'. Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme". Con queste parole il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha commentato le nuove misure del Governo, inserite nell’ultimo Dpcm per limitare la diffusione dei contagi da coronavirus nel nostro Paese, intervenendo all'Health Care Summit del Sole 24 ore.
“Una linea necessaria”
Speranza, sottolineando che quella del Governo non "è una linea dura, ma è una linea necessaria”, ha spiegato anche che "siamo davanti a due verità". Da un lato "c'è una situazione molto complicata, il numero dei decessi di ieri deve farci riflettere, e il numero assoluto dei contagiati è ancora molto alto", ha commentato. Dall’altro "nelle ultime settimane le misure messe in campo e il modello costruito hanno prodotto un abbassamento della curva", ha detto ancora Speranza. Grazie a questo intervento, si è riusciti a "piegare la curva senza un lockdown generalizzato". Tuttavia, ha proseguito nel corso del suo intervento, sappiamo che "basta poco per ripiombare in situazioni pericolose. Lo abbiamo visto nei mesi estivi, quando sono aumentati gli spostamenti, si è abbassata la soglia di attenzione del rispetto delle regole, in primis quella di indossare la mascherina, e ne abbiamo pagato il prezzo". Alla luce di ciò, le settimane della pausa natalizia "in cui tradizionalmente si riprendono le relazioni sociali che durante l'anno non si riescono a coltivare, potrebbero quindi essere un momento che ci rimette in difficoltà", ha proseguito Speranza.
Rt sotto 1 “non è scampato pericolo”
“Se guardiamo la dinamica dell'Rt, o indice del contagio, è passata in poche settimane da 1,7 a 1,4 a 1,18 a 1,08 e oggi i dati del monitoraggio segnalano di 0,91. In 5 settimane siamo passati da un numero molto preoccupante di 1,7 a un dato di 0,91. Questo non significa uno scampato pericolo”, ha precisato il ministro. Piuttosto “significa che le misure hanno prodotto degli effetti. Era obiettivo di governo e regioni scendere sotto 1, finalmente ci siamo riusciti ma c'è ancora una partita difficilissima in corso", ha detto.
La campagna vaccinale anti Covid
Il ministro della Salute, quindi, si è soffermato sul tema della campagna vaccinale anti Covid per il nostro Paese. La tempistica, ha spiegato, "è subordinata alle autorizzazioni che l'Agenzia Europea dei Medicinali darà". Proprio per questo motivo, "se l'Ema ci darà massima sicurezza sui controlli fatti e sull'esito della sperimentazione, il cuore delle vaccinazioni sarà tra primavera inoltrata e estate". Speranza, infine, ha sottolineato come, per la campagna vaccinale, "abbiamo un piano, con delle scansioni temporali, ma dare date precise di inizio delle vaccinazioni senza prima avere un vaccino formalmente approvato non risponde ad un atteggiamento adeguato".