“Il 29 dicembre e il 12 gennaio l'Agenzia europea del farmaco si pronuncerà rispetto a tutta la documentazione che deve essere fornita dalle ditte Pzifer-Biontech e Moderna” ha detto Franco Locatelli, membro del Cts. “Per gli operatori sanitari sarebbe giusto prevedere un obbligo vaccinale sin dall'inizio" ha aggiunto
“Entro l’autunno 2021 sarà completata la vaccinazione di massa” contro il Covid. Lo dice Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. “Se non ci saranno dilazioni, il 29 dicembre e il 12 gennaio l'Agenzia europea del farmaco si pronuncerà rispetto a tutta la documentazione che deve essere fornita dalle ditte Pzifer-Biontech e Moderna" ha poi confermato ad Agorà in diretta su Rai 3. Questo, ha spiegato, consentirà di “avere di fatto nel paese tre milioni e 400 mila dosi di vaccino che consentono di andare a vaccinare, in ragione della necessità di somministrare due dosi di vaccino, un milione e 700mila persone".
Vaccinazione di massa entro autunno 2021
Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha poi chiarito i tempi del percorso per attuare il piano del vaccino anti coronavirus. Per Locatelli è previsto "nella seconda metà di gennaio l'inizio delle vaccinazioni”. Poi – ha specificato - via via si andrà a incrementare sempre di più il numero di dosi disponibili, e di fatto credo che compiutamente, entro la fine estate o inizio dell'autunno dovremmo avere completato tutto il piano di somministrazione
della più grande campagna vaccinale di massa mai avuta".
La struttura della campagna
Per la somministrazione del vaccino, ha sottolineato Locatelli "si partirà dagli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e nelle Rsa, cosa che ha il significato non solo di garantire la loro sicurezza personale, ma anche di dare continuità nei luoghi di lavoro e proteggere le persone che a loro si affidano". A seguire sarà estesa a coloro che risiedono in strutture residenziali e over 80, in base al principio di "dare priorità a chi ha maggior rischio di sviluppare forme più gravi, visto che l'età media di coloro che decedono per Covid è di 81 anni". Il modo per ottenere una copertura di gregge con circa il 70% della popolazione vaccinata è “fornire informazioni in modo completo e trasparente per creare una cultura delle vaccinazioni grazie alle quali l'umanità si è liberata di malattie fatali come poliomelite e vaiolo. Ma, per gli operatori sanitari, in considerazione delle osservazioni prima fatte sarebbe giusto prevedere un obbligo vaccinale sin dall'inizio". Su un altro fronte è intervenuto invece il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, dichiarando che chi ha avuto il Covid, inizialmente non dovrà vaccinarsi.