Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ne ha dato annuncio attraverso un post apparso sul proprio profilo Twitter. Il vaccino della multinazionale americana, attualmente, si trova nella terza fase dei test clinici
Un ulteriore passo in avanti verso la ricerca di una soluzione sicura ed efficace, a lungo termine, contro l’attuale crisi sanitaria, per tutti i cittadini dell'Unione Europea e del mondo intero. E’ così che Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha annunciato, attraverso un post apparso sul proprio profilo Twitter, la firma del contratto con Johnson and Johnson per la fornitura di vaccini anti-Covid che saranno disponibili "fino a 400 milioni di persone". La notizia è stata confermata dai portavoce della Commissione europea, nel corso di una conferenza stampa svoltasi proprio oggi. Il vaccino della multinazionale americana, "si trova già alla terza fase dei test clinici", ha precisato l'esecutivo Ue. Intanto, secondo indiscrezioni, sarebbero stati conclusi anche negoziati operativi con altre tre imprese farmaceutiche.
Il vaccino di Johnson & Johnson
Il vaccino di Johnson & Johnson, il cui processo di sperimentazione in fase 3 si era fermato di recente e solo temporaneamente, a causa di una reazione avversa riscontrata in uno dei volontari a cui è stato somministrato il farmaco, è sviluppato dall’azienda Janssen, basato su un adenovirus umano, nel quale è stato innestato un gene in grado di indurre alcune cellule del corpo umano a produrre delle copie della proteina spike, la principale “arma” del coronavirus. Tale meccanismo dovrebbe indurre il sistema immunitario a riconoscere questa minaccia e a sviluppare delle opportune difese contro il virus del Sars-CoV-2. Si tratta di una soluzione che in passato era già stata sperimentata attraverso altre tipologie di vaccini, incluso uno efficace contro i virus che causano l’ebola.
Le tesi di Guerra e Crisanti
La corsa al vaccino contro il coronavirus, dunque, procede spedita. Per quanto riguarda il nostro Paese, ma non solo, si sono espressi in queste ore Ranieri Guerra, vicedirettore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) oltre ad Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, intervenuto a Sky TG24. Secondo Guerra, non dovrebbe "essere necessario attendere il 2022 per avere un vaccino disponibile per tutta la popolazione italiana, dal momento che "un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest'anno", ha detto nel corso di un’intervista rilasciata ad “Agorà”, in onda su Rai 3. Per quanto riguarda la produzione, si guarda "a grandi bacini produttivi, non solo localizzati in Europa", tra cui anche l'India, a cui "sono già state avanzate una serie di proposte industriali". Crisanti, intervenuto nel corso della trasmissione “Buongiorno”, ha detto che "mandare messaggi dicendo che avremo il vaccino fra uno o due mesi sicuramente intercetta le aspettative di tutti quanti, ma lo vedo piuttosto irrealistico. Forse fra due mesi qualcuno dirà che abbiamo un vaccino, ma tra dirlo e fare uno studio pilota e poi distribuirlo passano tanti mesi", ha ribadito l’esperto.