E’ la tesi del direttore delle malattie infettive del Policlinico S. Orsola di Bologna, favorevole rispetto alla quarantena ridotta a 10 giorni che dovrebbe far parte delle norme del nuovo Dpcm, meno nei confronti dell’unico tampone negativo di controllo per concludere il periodo di isolamento
ll Comitato tecnico scientifico, “in coerenza con le linee guida internazionali e adottando il principio di massima cautela”, ha ridefinito le norme da rispettare per evitare il contagio. Per i positivi potrebbero bastare 10 giorni di isolamento ed un unico tampone negativo per concludere il periodo di quarantena. Le norme dovrebbero essere inserite all’interno del nuovo Dpcm che sta per avere il via libera. Secondo Pierluigi Viale, direttore delle malattie infettive del Policlinico S. Orsola di Bologna, “una delle poche cose che abbiamo imparato è che il malato è infettante per non più di 10 giorni. Quindi i tamponi di controllo non servono a niente”, ha spiegato. “Adesso è stata superata la prima trincea, da due tamponi siamo scesi a uno: si tratta di un passo avanti importante e spero che da un tampone si scenda a zero”, ha sottolineato l’esperto, in un’intervista concessa all’agenzia Agi, proprio a commento delle recenti indicazioni del Cts.
La tesi di Viale
Secondo Viale, dunque, ok alla quarantena ridotta, ma non solo. "Io sono d'accordo nello stabilire una quarantena di dieci giorni e nel 'liberare' la persona asintomatica anche senza bisogno di tamponi", ha ribadito. “Quando ho letto che è sufficiente un solo tampone ho pensato: 'bene le battaglie si vincono conquistando una trincea per volta, la prima l'abbiamo conquistata adesso aspettiamo di conquistare la seconda", ha commentato ancora l’infettivologo. Il riferimento è alle numerose persone “tenute in casa per mesi aspettando un tampone negativo che invece potrebbero tornare alla propria vita lavorativa", senza dimenticare, secondo l’esperto, che “si potrebbero risparmiare tamponi per poi utilizzarli nelle campagne di screening". Sarebbe preferibile “essere più stringenti sulle tecniche di isolamento nel momento della diagnosi, però potremmo essere più permissivi nel rimettere la persona nel circuito sociale e lavorativo", ha poi concluso.
Stop al tampone di controllo
Soddisfatti per la scelta del Governo, ma sottolineando che serve “ancora un passo” sono gli esperti del progetto "Pillole di Ottimismo", nato da un'idea del professor Guido Silvestri, per diffondere le buone pratiche di una corretta divulgazione e informazione scientifica. “ll team di Pillole di Ottimismo apprende con orgoglio che, su consiglio del Consiglio Tecnico Scientifico (Cts), il nuovo Dpcm del Governo Conte comprenderà alcuni elementi sui quali il gruppo ha lottato con estrema convinzione nelle ultime settimane, con ampia risonanza mediatica”, si legge in un comunicato apparso su Facebook. “Non possiamo che complimentarci con Cts e Governo per il coraggio di aver preso decisioni sagge e tempestive in un momento così cruciale della pandemia di Sars-Cov-2”, dicono i membri del progetto. Ma non è abbastanza e “si può fare ancora meglio”. Infatti, ribadendo “il suggerimento delle nuove direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in toto, affinché si riduca a 10 giorni il periodo di malattia per Covid-19 (più 3 giorni senza sintomi, nel caso ve ne fossero)”, gli esperti suggeriscono che “si abbandoni del tutto il ricorso al tampone di controllo per certificare l’avvenuta guarigione, così come per terminare la quarantena dei contatti senza sintomi”. Si tratta, dicono, della strada definita “più ragionevole e sicura, ampiamente supportata da evidenze scientifiche”. Questo, perché la situazione attuale “di sovraccarico del sistema di tracciamento è destinata a perdurare, e necessita di essere fronteggiata affidandosi al buon senso e, soprattutto, alla scienza”, dicono ancora gli esperti. “In gioco c’è la tenuta del sistema: non solo quello sanitario ma anche quello economico e sociale”.