Coronavirus, Burioni: “Ci vuole un sistema diagnostico immediato”

Salute e Benessere

Sono le parole del medico e professore di virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, rilasciate nel corso di un’intervista radiofonica. “Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato. Mascherina e distanze, stiamo attenti", ha poi detto ancora

"Ci vuole un sistema diagnostico immediato". E’ questa la tesi del celebre virologo Roberto Burioni, che ha parlato del tema intervenendo su Rai Radio 1 all'interno del programma “Forrest”, a commento dei test per diagnosticare la presenza nell'organismo di Sars-Cov-2, il virus responsabile della malattia del Covid-19. Secondo il medico, professore di virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore scientifico di “Medical Facts”, infatti, “le autorità sanitarie devono fare la loro parte, perché se esiste un sospetto non possiamo aspettare sei giorni per avere il risultato di un tampone", ha sottolineato.

Il rigore italiano

Burioni, poi, ha sottolineato i meriti del nostro Paese in riferimento all’azione messa in campo contro la pandemia. "I numeri dei positivi che abbiamo, riferiti alla primavera, non hanno nulla a che fare con la realtà. In quel momento il numero dei casi è stato immensamente sottostimato e abbiamo avuto un momento di immensa difficoltà”, ha detto. “Siamo stati la prima nazione occidentale ad essere investita dall'epidemia. Penso sia motivo di orgoglio per tutti che in tutto il mondo ci vengano riconosciuti la bravura, il rigore, l'impegno che abbiamo avuto nell'aver tolto la testa dalle fauci della morte", ha commentato ancora il virologo.

La situazione attuale

"La situazione attuale non ha nulla a che vedere con la situazione di maggio”, ha poi detto ancora il medico, analizzando il momento. “Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato. Ma siamo cambiati noi. Quindi: mascherina e distanze, stiamo attenti", ha ribadito, dopo averlo fatto alcuni giorni fa attraverso un tweet postato sulla sua pagina personale. A proposito dei vaccini contro il coronavirus e della sperimentazione in corsa, l’esperto ha spiegato che avrebbe “messo la firma con il sangue a marzo per trovarmi, il 12 ottobre, in una situazione come questa in cui abbiamo quattro vaccini che si trovano nella fase 3, quella in cui si determina l'efficacia di un vaccino”, ha spiegato. “Sarebbe intollerabile che qualcuno non possa avere il vaccino o perché non ne viene prodotto abbastanza, o perché non se lo può permettere", ha quindi concluso Burioni.

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