
Coronavirus, dal calcetto alla pallavolo: possibile stop agli sport di contatto amatoriali
Nelle bozze del dpcm, le ultime disposizioni per contrastare il contagio da Covid-19 impongono una stretta sulle attività sportive non professionistiche. Potrebbero essere bloccate tutte le discipline che prevedono una eccessiva vicinanza fisica. Mentre restano praticabili quelle individuali e che consentono il giusto distanziamento

Stop alle attività sportive amatoriali di contatto. È quanto potrebbr prevedere il nuovo Dpcm per frenare la diffusione della nuova ondata di coronavirus in Italia. Dal calcetto alla pallavolo, stop alle partitelle tra amici
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Le misure non avranno alcun effetto sugli sport a livello professionistico, sia per le partite che per le sessioni di allenamento
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Il blocco è destinato invece agli sport di contatto praticati a livello amatoriale, ma solo nei casi in cui sia previsto un contatto fisico e una certa vicinanza
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Sono dunque molti gli sport a cui gli italiani dovranno rinunciare, indipendentemente dal fatto che si tengano al chiuso o all’aperto
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Tanto per cominciare niente più partite di calcio tra amici, in tutte le sue forme, dal calcio a otto al calcetto
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Stop anche per le partite a basket

Un altro gioco di squadra molto praticato che dovrà fermarsi tra gli amatori è la pallavolo, e anche il beach volley

Dovranno fermarsi anche la boxe e tutte le arti marziali praticate da non professionisti

Si salvano invece alcuni sport individuali che non prevedono un contatto fisico

Sarà possibile per esempio disputare match di tennis

Via libera al jogging e al footing, che potranno essere praticati anche senza mascherina

Si potrà continuare ad andare in palestra, ma solo con ingressi contingentati e su prenotazione

Allo stesso modo sarà possibile usufruire anche delle piscine, ma solo in condizioni che permettano l’adeguato distanziamento

Resterà consentito l’allenamento dei professionisti, a porte chiuse e nel rispetto dei protocolli previsti dalle diverse federazioni

Tutte le misure sono orientate alla riduzione della possibilità di generare nuovi focolai in contesti ad alto rischio di contagio