
Vaccino coronavirus, 9 alla fase finale dei test. L’Oms: "A tutti non prima del 2022"
Sono 91 i vaccini in fase di studi preclinici su animali mentre altri 37 vengono testati sull'uomo, ma di questi solo 9 hanno già raggiunto il terzo step - di inoculazione a migliaia di volontari - e quella successiva di approvazione per un uso limitato. Ma l'Organizzazione mondiale della sanità frena:"Non è una formula magica che arriverà a gennaio e risolverà i problemi del mondo"

La corsa all'antidoto contro il coronavirus continua. Al momento 91 vaccini sono in fase di studi preclinici su animali mentre altri 37 vengono testati sull'uomo, ma di questi solo 9 hanno già raggiunto la fase finale 3 - di inoculazione a migliaia di volontari - e quella successiva di approvazione per un uso limitato
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L’OMS: “A TUTTI NON PRIMA DEL 2022” - Secondo l'Oms il vaccino contro il coronavirus potrebbe non arrivare a tutti prima del 2022. "Non è una formula magica che arriverà a gennaio e risolverà i problemi del mondo", ha detto la dottoressa Soumya Swaminathan, uno dei ricercatori leader dell'Agenzia dell'Onu
Coronavirus, i focolai in Italia
COSA PREVEDE LA FASE 3 - La fase 3 precede l'approvazione del vaccino da parte delle massime autorità sanitarie: per essere considerato efficace deve riuscire a proteggere dal virus almeno il 50% dei pazienti a cui è stato inoculato. La fase 3 è anche quella in cui emergono eventuali effetti indesiderati o dannosi su chi viene vaccinato, come accaduto con quello della AstraZeneca e Oxford University. Questa fase più avanzata riguarda in tutto decine di laboratori e aziende in Australia, Cina, Germania, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti
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L’AUSTRALIA E L’ANTI-TUBERCOLOSI - In Australia la fase 3 dei test, in corso presso l'Istituto di ricerca Murdoch Children - del colosso australiano Rupert Murdoch, naturalizzato americano - serve a determinare se il vaccino ani-tubercolosi del Bacillo Calmette Guérin (BCG), sviluppato all'inizio del secolo scorso, può offrire una protezione parziale contro il nuovo coronavirus
Coronavirus, la diffusione globale in una mappa animata
LE TRE STRADE DELLA CINA - In Cina ben 3 realtà sono entrate nella fase più avanzata dei test. La CanSino Biologics ha sviluppato un vaccino basato sull'adenovirus chiamato Ad5. Una ricerca svolta con l'Istituto di Biologia dell'Accademia militare di scienze mediche che lo scorso maggio ha portato ai primi risultati promettenti della fase 1 e a luglio a quelli della fase 2. A sorpresa l'esercito cinese ha approvato il vaccino lo scorso 25 giugno, autorizzandone l'uso per un anno, classificandolo come "farmaco particolarmente necessario”
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I TEST CINESI IN ARABIA SAUDITA E PAKISTAN - La CanSino non ha, però, precisato se sarà obbligatorio o facoltativo per i soldati. Il 9 agosto il ministro della Sanità dell'Arabia Saudita ha annunciato che l'azienda cinese eseguirà test della fase 3 nel Paese mentre altri test sono cominciati in Pakistan

L'ACCORDO CON L'INDONESIA - La società privata cinese Sinovac Biotech sta testando Coronavac, un vaccino da virus inattivato. A giugno aveva annunciato che nelle fasi 1 e 2 i 743 volontari non hanno riportato alcuna controindicazione. La fase 3 è stata lanciata dalla Sinovac in Brasile a luglio e in Indonesia ad agosto. A luglio Pechino ha concesso una approvazione di emergenza per un uso limitato del vaccino. Dopo aver stipulato un accordo economico con l'Indonesia per la consegna di 40 mln di dosi entro marzo 2021, la Sinovac ha dato il via alla produzione

IL VACCINO DI WUHAN - L’Istituto di prodotti biologici di Wuhan ha sviluppato un vaccino con un virus inattivato, di cui la società statale Sinopharm ha lanciato la fase di test clinici. Nelle fasi 1 e 2 i volontari hanno prodotto anticorpi, alcuni hanno avuto febbre ed altri effetti collaterali. La Sinopharm sta testando un secondo vaccino con l'Istituto di prodotti biologici di Pechino

LA COLLABORAZIONE WUHAN-PECHINO - A luglio, per entrambi, ha preso il via la fase 3 negli Emirati Arabi, dove 5mila volontari hanno assunto quello di Wuhan e altri 5 mila quello di Pechino. Ad agosto solo quello di Wuhan è stato testato in Perù e Marocco. Secondo la direzione della Sinopharm, il vaccino potrebbe essere pronto entro fine 2020. Del resto, già a luglio, Pechino avrebbe già approvato uno dei due vaccini con virus inattivato, ma non è chiaro quale dei due

IL VACCINO PFIZER - La società tedesca BioNTech ha allacciato collaborazioni con la Pfizer - con sede a New York - e con la casa farmaceutica cinese Fosun Pharma per sviluppare il vaccino mRNA. A maggio è stata lanciata la fase 1 e 2 dei test su due versioni del vaccino. E' stato riscontrato che entrambe hanno portato alla produzione di anticorpi contro il Sars-Cov-2 e di cellule T che attivano la risposta al virus

I TEST IN USA, ARGENTINA, BRASILE E GERMANIA - La versione denominata BNT162b2 è stata quella che ha causato meno effetti collaterali - tra cui febbre e stanchezza - motivo per cui è stata quella scelta per la fase successiva 2/3, al via dal 27 luglio su 30 mila volontari negli Stati Uniti, oltreché in Argentina, Brasile e Germania

L’ACCORDO DI PFIZER CON USA E GIAPPONE - Sempre a luglio l'amministrazione Trump ha stipulato un accordo da 1,9 mld di dollari per la consegna di 100 milioni di dosi entro dicembre e ha messo una opzione sull'acquisto di altri 500 milioni di dosi. Anche il Giappone ha bloccato 120 milioni di dosi. Entro ottobre dovrebbe arrivare il parere definitivo sulla sua efficacia. Se questa ulteriore fase dovesse andare a buon fine, la Pfizer dovrà produrre in tutto 1,3 mld di dosi entro fine 2021

IL VACCINO ASTRAZENECA/OXFORD - Il vaccino sviluppato dalla società britannico-svedese AstraZeneca con l’Università di Oxford è basato sull'adenovirus dello scimpanzé, ChAdOx1, che è risultato protetto dopo i primi test. A maggio gli Stati Uniti hanno finanziato il progetto con 1,2 mld di dollari. Le fasi 1 e 2 dei test clinici su umani hanno mostrato che il vaccino è sicuro e senza effetti collaterali gravi. E' in corso la fase 2/3 in Gran Bretagna, India e Brasile, in Sudafrica e Stati Uniti procede la fase 3

L’ACCORDO UE-ASTRAZENECA -Il mese scorso l'Unione europea ha raggiunto un accordo con AstraZeneca per la fornitura di 400 milioni di dosi se i test successivi saranno positivi. La società ha assicurato di aver una capacità produttiva di 2 mld di dosi e in India il Serum Institute ha già lanciato la produzione di milioni di dosi da utilizzare nei test

LO STOP - Sulla carta la società pensava di poter produrre dosi di emergenza già ad ottobre, ma il 9 settembre AstraZeneca ha fatto sapere di aver stoppato i test globali per studiare una sindrome infiammatoria scatenata in un volontario dopo la vaccinazione