Coronavirus, 300 milioni spesi dal Ssn per 9 milioni di tamponi

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E’ quanto emerso dal nuovo report dell'Altems, l'Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma. Il costo medio a persona è risultato pari a 59 euro. I dati, hanno sottolineato anche una variazione regionale sul costo pro-capite che ha toccato il picco in Veneto (89 euro) e il minimo in Basilicata e Calabria (35 euro)

A partire dal 24 febbraio e sino ad oggi il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) ha speso oltre 300 milioni di euro per effettuare quasi 9 milioni di tamponi, riferiti nello specifico a 5,2 milioni di persone, con un costo medio a persona pari a 59 euro. I dati, che sottolineano anche una variazione regionale sul costo pro-capite che tocca il picco in Veneto (89 euro) e il minimo in Basilicata e Calabria (35 euro), sono emersi dalla 18esima puntata dell'Instant Report Covid-19 dell'Altems, l'Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma.

Strategie diverse tra Regioni  

Secondo Americo Cicchetti, ordinario del Dipartimento di Scienze dell'Economia e della Gestione Aziendale, “in questa fase le Regioni stanno ponendo attenzione massima al problema dell'effettuazione dei tamponi con strategie molto diverse e con l'uso di tecnologie anche sperimentali, come i tamponi rapidi eseguiti in Lazio e Veneto”. L’esperto ha quindi sottolineato come queste strategie abbiano un costo che varia in maniera sensibile tra Regione e Regione. “Infatti, in Veneto, dove il numero di tamponi per caso è il più alto, si osserva anche il costo medio più alto, rispetto ad una media nazionale di 59 euro a caso e situazioni come Calabria e Basilicata dove il costo medio per caso è pari a 35 euro, esattamente il costo di un solo tampone per caso", ha aggiunto l’esperto.

Altri dati emersi dal report

Tra l’altro, proprio il nuovo report diffuso da Altems, ha segnalato una percentuale di positivi raddoppiata da luglio e, per quanto riguarda la ricerca del virus attraverso i tamponi, ha sottolineato che nella maggior parte delle Regioni italiane solo una minoranza dei casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dai test di screening. "Solo il 15% mediamente in Italia, contro l'85% dei tamponi effettuati per sospetto clinico”, ha segnalato ancora Cicchetti. In particolare, la Puglia registra il valore più basso nella percentuale di casi totali diagnosticati a partire dal sospetto clinico (36,77%), mentre le Marche il dato più alto (100%). Nel Lazio, invece, il 60% dei tamponi è stato effettuato per sospetto clinico, ha precisato l’esperto. Il trend nazionale, si evince ancora dal rapporto, sul tasso dei tamponi effettuati (per 1000 abitanti) è in ascesa dal mese di luglio, pari a 9,94 tamponi per 1000 abitanti, mentre nella settimana del 23 luglio, ad esempio, il tasso era di 4,98.

 

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