Coronavirus, Oms: “Non possiamo escludere la trasmissione aerea”

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A riferirlo è Benedetta Allegranzi, responsabile per il controllo delle infezioni dell’organizzazione Onu. Tuttavia l’esperta sottolinea che le prove a sostegno di questa ipotesi devono ancora essere raccolte e interpretate

Il coronavirus può trasmettersi per via aerea? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), questa possibilità, sollevata in una lettera firmata da 239 scienziati e pubblicata sulla rivista Clinical Infectious Diseases, “non può essere esclusa”. “Riconosciamo che stanno emergendo delle prove in tal senso e di dover essere aperti a questa possibilità e alle sue implicazioni, nonché alle precauzioni che devono essere adottate”, spiega Benedetta Allegranzi, responsabile per il controllo delle infezioni dell’organizzazione Onu.

 

I comportamenti da adottare

 

“La possibilità di trasmissione di Sars-CoV-2 per via aerea in luoghi pubblici particolarmente affollati non può essere esclusa”, prosegue Allegranzi. “Tuttavia, le prove a sostegno di questa ipotesi devono ancora essere raccolte e interpretate”, aggiunge l’esperta. Parlando dei possibili accorgimenti da adottare per evitare il contagio, Allegranzi raccomanda di mantenere il distanziamento sociale e un’efficace ventilazione all’interno dei luoghi chiusi. “Quando ciò non è possibile, si consiglia di indossare una mascherina”. Se la trasmissione per via aerea verrà effettivamente confermata, l’Oms dovrà modificare le proprie linee guida e spiegare come comportarsi negli ambienti chiusi e poco ventilati. Finora si pensava che il virus “viaggiasse” attraverso le goccioline del respiro, piuttosto grandi e incapaci di raggiungere distanze elevate. Nella lettera pubblicata su Clinical Infectious Diseases, invece, i ricercatori sollevano la possibilità che Sars-CoV-2 possa essere trasmesso anche per aerosol e restare sospeso nell’aria per un certo periodo di tempo.

La situazione nel mondo

 

Nel coso di una conferenza stampa virtuale, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato che nell’ultimo weekend la pandemia di coronavirus ha prodotto 400mila nuovi casi. "Se il numero dei decessi sembra essersi stabilizzato a livello mondiale, e alcuni Paesi hanno fatto dei progressi significativi nella riduzione del numero delle morti, in altri Paesi sono ancora in aumento", ha dichiarato il numero uno dell’agenzia Onu. Emblematico è il caso dell’Australia, dove Melborune è tornata in lockdown a causa di una serie di focolai che hanno provocato 191 nuovi casi nello Stato del Victoria, i cui confini sono stati sigillati per la prima volta dai tempi dell’influenza spagnola. La situazione è particolarmente grave anche in India, dove il coronavirus ha causato oltre 20mila decessi. A Mumbai, la capitale finanziaria del Paese, sono stati aperti 4 nuovi ospedali da campo. In Brasile i contagi sono oltre un milione e 600 mila e non accennano a diminuire. Anche il presidente Jair Bolsonaro, notoriamente scettico nei confronti del virus, è risultato positivo al Covid-19.

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