Bari, eseguito con successo trapianto di rene su un paziente sveglio

Salute e Benessere

La delicata operazione, eseguita presso il Policlinico di Bari, è stata effettuata su un paziente di 59 anni con grave insufficienza renale. L’organo trapiantato è stato donato dalla moglie, risultata idonea al prelievo

Un delicato intervento di trapianto di rene su un paziente sveglio, quindi non sottoposto ad anestesia generale, è stato eseguito per la prima volta al Policlinico di Bari, su un uomo di 59 anni, originario di Altamura. L'intervento, fa sapere in una nota ufficiale l'ospedale, è perfettamente riuscito e il paziente è attualmente ricoverato nel reparto di urologia del nosocomio pugliese. Il nuovo organo, hanno spiegato i medici, è stato donato all’uomo dalla moglie di 56 anni: essendo idonea, la donna ha espresso il consenso al prelievo dell'organo per il trattamento della grave insufficienza renale del marito.

La tecnica di anestesia

La scelta intrapresa dai medici per effettuare l'intervento è stata quella di sottoporre il paziente ad anestesia spinale neuroassiale. Si tratta, spiegano dal Policlinico di Bari, di una particolare tecnica eseguita in pochissimi centri medici in Italia per effettuare i trapianti di organo. Protagoniste di questa specifica fase dell'intervento sono state due giovani anestesiste, le dottoresse Miriam Varvara e Claudia Piacente, laureate in medicina all'Università di Bari e rientrate al Policlinico dopo alcuni anni di specializzazione fuori dalla Puglia. Entrambe fanno parte dell'equipe del professor Michele Battaglia, direttore della unità operativa complessa di urologia e trapianto di rene dell’azienda universitario ospedaliera Policlinico di Bari, che ha eseguito l'intervento.

I vantaggi per il paziente

Ma quali sono i vantaggi di una tecnica simile? Lo hanno spiegato le stesse anestesiste. “Il paziente ha una ripresa più agevole, non venendo intubato respira meglio, sono esclusi gli effetti collaterali di analgesici oppiodi come nausea, vomito e paralisi intestinale” hanno sottolineato, aggiungendo inoltre che “il paziente può riprendere subito a mangiare e bere autonomamente”, riducendo in questo modo anche la degenza post-operatoria, all’interno del reparto ospedaliero. “Non ci siamo mai fermati, abbiamo eseguito nei mesi dell'emergenza Covid una decina di trapianti e adesso sperimentiamo nuove tecniche con un team di giovani anestesiste dedicate alla trapiantologia”, ha commentato il professor Battaglia che ha anche voluto lanciare un appello, in merito al calo delle donazioni di organi. “Voglio fare un appello perché la donazione di organi post mortem è importante, può contribuire a salvare e migliorare molte vite”, ha detto il medico.

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