La complessa operazione, eseguita con successo presso il Policlinico Federico II di Napoli, è stata preceduta da un dettagliato processo diagnostico
Un tumore al rene dalla grandezza non indifferente, calcolata in oltre 6 chili di peso, e in una grandezza pari a 32 x 25 x 20 cm, è stato asportato con successo ad un 37enne napoletano presso il Policlinico Federico II di Napoli dall'equipe di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene, guidata dal professor Michele Santangelo. L'uomo, a seguito dell'improvvisa comparsa di astenia (sensazione di esaurimento fisico simile a quella provata dopo una fatica eccessiva) e febbricola (ovvero una febbre leggera oscillante tra i 37 e i 37,5 gradi, periodica o continua) ma in assenza di altri segni o sintomi, si era recato presso il Pronto Soccorso di una struttura campana dove gli era stata riscontrata un'enorme massa retroperitoneale.
Un dettagliato processo diagnostico
Diagnosi però che si è dimostrata non corretta, perché l’equipe coordinata dal professor Santangelo ha in un secondo tempo identificato con esattezza l'origine del tumore nel rene destro, e non nel tessuto retroperitoneale come inizialmente valutato. I medici della struttura campana hanno rilevato quindi un interessamento e una compressione della vena cava da parte del processo neoplastico, con importante compromissione della stessa. Il dettagliato processo diagnostico ha consentito ai medici di procedere prima con un intervento di embolizzazione (procedura non chirurgica, minimamente invasiva, di radiologia interventistica) dell'enorme massa neoplastica e in un secondo step alla sua asportazione chirurgica. "È difficile che si sviluppino tumori di queste dimensioni” ha raccontato il professor Santangelo, “e quando succede più frequentemente sono a carico dell'apparato genitale femminile, raramente a carico dell'apparato uropoietico ed in questi casi sono difficilmente asportabili con un intervento chirurgico". L’eccezionalità delle dimensioni del tumore viene confermata anche dalla letteratura medica nell’ambito, secondo cui solo in due casi sono stati trattati tumori con lo stesso istotipo (relativo al tipo di cellule presenti in un determinato tessuto) di dimensioni superiori a quello operato nella struttura ospedaliera campana.
Ritorno ad una vita normale
La strategia diagnostica e chirurgica seguita è risultata dunque positiva. “L'intervento, a rischio di vita, perché si sarebbe potuta verificare un'emorragia non controllabile sul tavolo operatorio, è stato condotto in maniera lineare e senza alcuna problematica intraoperatoria grazie ad una precisa definizione diagnostica preoperatoria e all'adozione di una procedura sequenziale di radiologia interventistica e chirurgica, frutto della cooperazione tra vari professionisti dell'azienda" ha confermato Santangelo in fase post-operatoria. Il 37enne adesso sta bene e, una volta terminato il periodo di convalescenza, dovrebbe poter tornare ad una vita normale, rientrando a lavoro e alle regolari attività quotidiane.