Coronavirus, Oms: “Contagio fuori dalla Cina è punta dell’iceberg”

Salute e Benessere

Secondo il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono stati casi, seppur limitati, che possono indicare una trasmissione più diffusa anche in altri Paesi 

“Ci sono stati alcuni casi riguardanti la diffusione di 2019nCoV in persone che non hanno mai viaggiato in Cina. L'individuazione di un numero limitato di casi del genere può indicare una trasmissione più diffusa anche in altri Paesi. In breve, potremmo soltanto aver visto la punta dell'iceberg”. Con questo tweet, il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea il fatto che, se all'estero il contagio sembra aver viaggiato a un passo più lento della Cina, non si possa escludere un'accelerazione dell'epidemia del nuovo coronavirus (LO SPECIALE di Sky TG24), il cui focolaio è stato individuato nella città di Wuhan, esteso capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina Centrale.

I casi fuori dalla Cina

"Il contenimento resta il nostro obiettivo, per questo motivo tutti i Paesi devono prepararsi al possibile arrivo del virus", ha aggiunto ancora Ghebreyesus. Fuori dalla Cina, stando alle rilevazioni attuali, ci sono state più di 350 infezioni suddivise in quasi 30 tra Paesi e regioni. Due le vittime al momento accertate, una a Hong Kong e una nelle Filippine. Proprio ad Hong Kong, intanto, è stata imposta la quarantena per tutti coloro che entrano nel Paese. Inoltre, le autorità sanitarie nazionali hanno deciso che i 1.800 passeggeri e l'equipaggio della nave da crociera World Dream, in quarantena da mercoledì, saranno presto autorizzati a partire dopo che tutte le persone a bordo sono risultate negative al coronavirus. Otto passeggeri cinesi, sulla stessa nave e in un differente viaggio, erano stati contagiati, suscitando i timori di un possibile contagio. (LA MAPPA del contagio nel mondo)

Il Regno Unito e la "minaccia grave e imminente"

Tra i Paesi che hanno già avviato procedure in risposta all'appello dell'Oms c'è il Regno Unito. Qui, infatti, le autorità britanniche, hanno dichiarato il coronavirus una minaccia "grave e imminente" per la salute pubblica, dopo che sono stati rilevati quattro casi di contagio. Il ministro della sanità britannico Matt Hancock ha tra l'altro già preannunciato che la nazione metterà in campo alcune misure per "garantire che il pubblico sia protetto dalla trasmissione di questo virus". Proprio nelle scorse ore, le autorità locali hanno parlato dell'ultimo caso di contagio da coronavirus nel Regno Unito. Lo ha reso noto Chris Whitty, chief medical officer for England, precisando che gli esami condotti su un paziente testato in Inghilterra sono risultati "positivi" e che il paziente è stato trasferito in un centro specializzato del Royal Free Hospital: il suo contagio è avvenuto in Francia, dove altri 5 cittadini britannici in vacanza in Alta Savoia erano stati infettati dal virus cinese, a causa di contatti con un altro turista che l'aveva contratto a Singapore. L'esperto ha assicurato che il sistema sanitario britannico continuerà a garantire misure "robuste" contro l'ulteriore diffusione del virus cinese e che sta cercando di rintracciare chi sia entrato in contatto con i contagiati.

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