Tumore al fegato, numeri in Italia: nuove speranze da terapia mirata

Salute e Benessere
Ricercatrice (Ansa)

Negli ultimi cinque anni è aumentata l’incidenza tra le donne, con un +21%. La percentuale è in calo tra gli uomini. Questo è il quadro emerso dal XXI Congresso nazionale Aiom, tenutosi a Roma dal 25 al 27 ottobre 2019 

Negli ultimi cinque anni è aumentata l’incidenza del tumore al fegato tra le donne, con un +21%. È in calo, invece, il numero di casi tra gli uomini (-7,5%).
Questo è il quadro emerso dal XXI Congresso nazionale Aiom, tenutosi a Roma dal 25 al 27 ottobre 2019, durante il quale si sono riuniti i membri della più importante Società scientifica dell'oncologia italiana, che conta oltre il 95% dei medici specializzati nel settore.
Il cancro al fegato, come spiegato dagli esperti, è una neoplasia ‘silenziosa’ in quanto non è caratterizzata da una sintomatologia specifica, e questo spesso ne ritarda la diagnosi: solo nel 10% dei casi viene diagnosticato in fase iniziale.

Speranze da una nuova terapia

Durante il congresso è emersa la presenza di una nuova terapia mirata potenzialmente in grado di ‘controllare’ la patologia e di migliorare la qualità di vita dei pazienti che ne soffrono.
"Per la prima volta in un decennio un trattamento dimostra benefici rispetto allo standard di cura in pazienti non trattati in precedenza”, spiega Giordano Beretta, neo presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica Aiom per il mandato 2019-2021.
La nuova terapia, lenvatinib, si è dimostrata più efficace rispetto ai trattamenti utilizzati finora nella lotta contro il tumore al fegato.
“È il quinto big killer, dopo polmone, colon-retto, mammella e pancreas. Oggi, nella malattia avanzata, si stanno affacciando nuove armi. In particolare, lenvatinib ha ricevuto ad agosto 2018 l'approvazione da parte della Commissione europea per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma epatocellulare avanzato ed è attesa a breve la rimborsabilità anche in Italia da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco”, ha spiegato Beretta.

Studio Reflect: gli effetti della nuova terapia

Dallo studio Reflect, condotto su un campione composto da circa 1000 persone con epatocarcinoma avanzato (in 154 centri in 20 Paesi), è emerso che in termini di sopravvivenza globale mediana la nuova terapia mirata ha avuto un’efficacia comparabile a quella del trattamento standard, sorafenib.
Inoltre, nei pazienti trattati con lenvatinib, è stato riscontrato un miglioramento della qualità della vita e di molti altri parametri, quali la sopravvivenza libera da progressione di malattia, il tempo alla progressione e il tasso di risposta oggettiva. 

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