Caso Orlandi, l’avvocato della famiglia: “All'esame reperti ossei”

Lazio

Si tratta di alcuni frammenti ossei che erano stati trovati in Vaticano al cimitero Teutonico. La Santa Sede aveva poi deciso di non procedere nelle analisi perché il perito aveva fornito una prima datazione molto anteriore

La famiglia Orlandi ha deciso di fare esaminare alcuni frammenti ossei che erano stati trovati in Vaticano al cimitero Teutonico. La Santa Sede, che aveva acconsentito all'apertura di due tombe su richiesta della famiglia di Emanuela (LA STORIA), scomparsa nel 1983, aveva poi deciso di non procedere nelle analisi in quanto il perito aveva fornito una prima datazione molto anteriore, non compatibile con la vicenda della giovane. Tuttavia era stato concesso alla famiglia di fare ulteriori indagini.

Le parole del legale Laura Sgrò

"Abbiamo affidato alcuni frammenti ossei ad un laboratorio, ci sarà prima l'analisi del carbonio 14 per la datazione e successivamente, se ci saranno le condizioni, l'esame del dna", riferisce l'avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò. "Penso che molte cose si stanno muovendo, a settembre immagino delle novità sul caso", conclude il legale. Le operazioni sono seguite dal perito di parte, il genetista Giorgio Porterà e, nella prima fase, sono eseguite dal Cedad dell'Università del Salento a Lecce.

 

La chiusura del caso

Il 20 aprile scorso, in piena emergenza coronavirus, il Vaticano aveva chiuso il caso offrendo alla famiglia la possibilità di procedere autonomamente nelle analisi. In quell'occasione l'avvocato Sgrò sottolineò la poca collaborazione della Santa Sede considerata la difficoltà a svolgere accertamenti durante il lockdown. Gli Orlandi avevano quindi chiesto e ottenuto una proroga di 90 giorni per fare esaminare i frammenti, annunciando l'intenzione di "tornare a insistere" "passata l'emergenza sanitaria. In questi giorni c'è stato l'affidamento al laboratorio. 

Roma: I più letti