Decade sospensione, De Vito torna presidente dell'Assemblea capitolina
LazioA seguito dell'ordinanza di revoca degli arresti domiciliari decade la sospensione della carica di consigliere e presidente del consiglio comunale di Roma. "È un piacere e un onore rientrare in quest'aula e ritrovare i colleghi", ha affermato De Vito
A 24 ore dalla revoca degli arresti domiciliari, ai sensi della legge Severino, Marcello De Vito (CHI È) torna a essere presidente del consiglio comunale di Roma. Ad annunciarlo, in apertura di Assemblea capitolina, è stata la vicepresidente del consiglio del Comune di Roma, Sara Seccia, che ha spiegato come "a seguito dell'ordinanza di revoca degli arresti domiciliari per Marcello De Vito decade la sospensione della carica di consigliere e presidente dell'Assemblea capitolina e vengono meno le condizioni per la supplenza del consigliere Roberto Allegretti, il cui mandato ha termine". De Vito era stato arrestato per l'accusa di corruzione il 20 marzo in uno dei filoni dell'indagine sul nuovo stadio della Roma.A settembre i pm di piazzale Clodio hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato e il gip ha fissato il processo al prossimo 3 dicembre.
De Vito: "È un piacere e un onore rientrare in quest'aula"
È arrivato in Campidoglio con largo anticipo, accompagnato da chi negli ultimi otto mesi gli è stato vicino, dalla moglie alla sorella, gli affetti più cari che lo hanno sostenuto durante i mesi di carcere e poi in quelli ai domiciliari. Le sue prime parole sono state in latino:"Heri dicebamus" ('dunque dove eravamo rimasti'). Poi ha aggiunto: "È un piacere e un onore rientrare in quest'aula e ritrovare i colleghi", ha sottolineato De Vito dopo aver salutato i consiglieri presenti in assemblea, compresi quelli delle opposizioni. Il presidente ha ricevuto gli applausi di chi ha preso posto in aula Giulio Cesare. Tra loro anche l'ex presidente del III Municipio, Roberta Capoccioni.
Le opposizioni chiedono un passo indietro
Al termine di una breve seduta, alla ripresa dei lavori in aula si cambia registro e agli applausi si sostituiscono le critiche dell'opposizione, i cui esponenti hanno manifestato il loro dissenso sul ruolo di De Vito. La prima a prendere la parola è stata la consigliera Cristina Grancio, ex del Movimento 5 Stelle, che ha abbandonato l'assemblea chiedendosi come possa essere "rispettato il ruolo di garanzia ed equità da parte di un consigliere sotto processo". A seguire, il capogruppo di Fratelli d'Italia, Andrea De Priamo, ha chiesto a De Vito di "riflettere sull'opportunità politica della sua permanenza come presidente". In chiusura, Giulio Pelonzi, capogruppo Pd, ha espresso "preoccupazione sull'opportunità dello svolgimento della funzione di presidente avendo un processo da affrontare. La stimoliamo - ha concluso Pelonzi - sull'opportunità di ricoprire il ruolo di presidente".
Il botta e risposta con Enrico Stèfano
A guidare la rivolta di almeno la metà dei pentastellati capitolini è stato Enrico Stèfano, già vicepresidente vicario d'aula, che si era dimesso in polemica col mancato passo indietro di De Vito. È lui che chiede di pensare "all'opportunità di avere De Vito presidente". E lo stesso De Vito, forte di avere dalla sua almeno la metà dei consiglieri 5 Stelle, ha replicato: "Presentatemi la revoca firmata da 24 consiglieri e ne discutiamo". A difenderlo c'è anche la pentastellata Monica Montella: "Un passo indietro è un'ipocrisia".