
La premier ieri aveva già dato le sue comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Riarmo in Europa? "Favorire gli investimenti privati". Trump? "È un leader forte". Poi cita il Manifesto di Ventotene: "Non è la mia Europa". Bagarre in Aula. In serata via libera alla risoluzione della maggioranza
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vista della riunione del Consiglio europeo in programma per il 20 e il 21 marzo, oggi è arrivata alla Camera per la discussione sulle sue comunicazioni (già ieri, 18 marzo, aveva dato le sue comunicazioni in Senato). Oggi, nel suo intervento, ha sottolineato: "L'Europa si deve occupare meglio di meno cose". Poi, sul piano ReArm Europe, ha spiegato che sarà cruciale "favorire gli investimenti privati". Mentre su Trump e sulle sue iniziative per la pace in Russia e Ucraina, Meloni ha commentato: il presidente Usa "è un leader forte". Dure le proteste in Aula dai banchi dell'opposizione, dopo che la premier ha attaccato - rivolgendosi al centrosinistra - il manifesto di Ventotene. La seduta è stata quindi sospesa due volte. Nelle dichiarazioni prima del voto finale sulle risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari, il leader 5S Giuseppe Conte si è scagliato contro la premier: "Finalmente abbiamo rivisto Meloni in Parlamento, erano mesi che scappava, pensavamo fosse un ologramma sui social". Durante le dichiarazioni Meloni non era però più presente per "motivi istituzionali". Dura Elly Schlein: "Meloni è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso. Le volte che si è palesata in Aula si contano sulle dita delle mani. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuol dire cosa pensa". In serata è arrivato il via libera dell'Aula della Camera alla risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni della premier in vista del Consiglio Europeo. I sì sono stati 188, i no 125 e 9 gli astenuti. Tutte bocciate le risoluzioni delle opposizioni, alcune delle quali sono state messe in votazione per parti separate. M5s e Avs hanno votato reciprocamente a favore di alcune delle parti dei loro documenti. Il Pd si è astenuto sulle risoluzioni degli altri partiti di opposizione salvo il sì a una parte prevista nelle risoluzioni di M5s e Avs e riguardante la situazione di Gaza.
Meloni cita Manifesto di Ventotene: "Non è la mia Europa". Bagarre
"Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia", ha detto la premier che, in conclusione della sua replica, ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni. "Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest'aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l'abbiano mai letto, perché l'alternativa sarebbe spaventosa", ha detto Meloni. Dopo queste dichiarazioni è scaturita la bagarre in aula, con il centrosinistra che fischiava e il centrodestra che, invece, applaudiva.
"Dal colloquio Trump-Putin primissimi spiragli"
Molti i temi affrontati dalla premier durante il suo intervento. Fra questi, anche i tentativi di arrivare a una pace tra Ucraina e Russia. Ieri c'è stata "una lunga conversazione tra il presidente Donald Trump e il presidente Vladimir Putin: tra i punti discussi c'è l'ipotesi di un parziale cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche", ha detto Meloni. Si tratta di "un primissimo spiraglio che va nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky" a Gedda.
"Cerchiamo di rendere ReArm più sostenibile"
Poi, passando al piano ReArm Europe, la premier ha spiegato: "La posizione del governo è chiara, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il governo aveva chiesto lo scorporo delle spese difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale degli Stati". "È la ragione per cui stiamo facendo altre proposte", ha aggiunto, "perché ci aiuta scomputare le spese, però dall'altra parte una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia. Con Giorgetti - ha aggiunto - abbiamo elaborato una proposta che ricalca l'Invest Eu, con garanzie europee per investimenti privati e cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile. Ma la posizione mi pare chiara".

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Le dichiarazioni di Conte
Nelle sue dichiarazioni, Conte ha rilanciato la manifestazione per il 5 aprile a Roma, "per dire no a questo piano folle di riarmo, no a un'economia di guerra, sì a un piano di rilancio per sanità, scuola, istruzione, per proteggere le nostre filiere industriali". Poi ha annunciato che "voteremo 'no' alla vostra vergognosa risoluzione, dove non avete avuto nemmeno il coraggio di scrivere piano di riarmo". Sull'Ucraina: "Ci avete riso in faccia perché abbiamo chiesto all'Europa di imprimere una svolta negoziale, l'unica via d'uscita. Adesso è arrivato Trump che ha detto non si può battere militarmente la Russia e ha avviato i negoziati di pace. Ecco, presidente Meloni: rida in faccia a Trump se ne è capace"
Le dichiarazioni di Elly Schlein
Dello stesso tono Schlein. "All'Ue serve una difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati. Il piano rearmEu va invece nella direzione di favorire il riarmo dei 27 stati membri. Quel piano va cambiato radicalmente così come presentato rischia di ritardare l'obiettivo di una difesa comune", ha detto. Poi ha sottolineato come Conte che "nella vostra risoluzione avete fatto sparire la difesa comune e il piano von der Leyen". E a Meloni dice: "Aspettiamo ancora che si dichiari antifascista".
L'intervento di ieri al Senato
Meloni ieri al Senato aveva già sottolineato che "è importante che questo Consiglio europeo segni passi avanti concreti per vincere la sfida della competizione e non condannarci a essere gregari". L'obiettivo deve essere "assicurare un percorso di decarbonizzazione sostenibile per le nostre imprese e i nostri cittadini per risolvere il divario e ridurre le nostre troppe e troppo pericolose dipendenze strategiche", ha aggiunto sottolineando la necessità di rinunciare "agli eccessi ideologici che abbiamo purtroppo visto in passato".

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