Il presidente della Repubblica, insieme al ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara, ha partecipato alla cerimonia al Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", dove è stato accolto dal suono delle launeddas. Tanti i temi del suo intervento, dall’uso degli smartphone al disagio giovanile alla retribuzione dei docenti
A Cagliari si è svolta la cerimonia per l'inaugurazione dell'anno scolastico 2024/2025. Presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La 24esima edizione di "Tutti a scuola", un evento itinerante che si tiene dal 2015 e che lo scorso anno si è svolto a Forlì, ha avuto come sede il Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", in via Pintus. "L'impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica", ha detto Mattarella. Tanti i temi toccati nel suo intervento, dall’uso degli smartphone al disagio giovanile alla retribuzione dei docenti.
L’intervento di Mattarella
"La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri – ha detto Mattarella ne suo intervento –. Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per la vita dell'intera comunità nazionale. L'avvio dell'anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realtà è un momento sempre nuovo. Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove. La scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. È palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto. Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, sempre più necessarie in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione. La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza".
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“Impegno educativo è un pilastro della vita della Repubblica”
Mattarella ha aggiunto: "Talvolta, questo nostro tempo dominato dall'assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l'impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso". "Siamo immersi in un impetuoso cambiamento a livello globale – ha detto ancora –. Che ci costringe, di continuo e in ogni ambito, a fare i conti con nuove e sorprendenti realtà. La scuola non può restare ferma ma si deve inserire efficacemente nell'innovazione e nel cambiamento, così da contribuirvi, rendendo i ragazzi partecipi e protagonisti. Il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell'ingegno e dell'opera umana. Il nodo della questione non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l'uso - benefico o fraudolento - che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano: ma bisogna governarli e orientarli al bene comune".
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“Lo smartphone non rappresenta la vita”
In un altro passaggio, il presidente ha detto: "Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita. Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo. La scuola e l'università, ha scritto Umberto Eco, sono luoghi in cui ‘le persone si incontrano ancora a faccia a faccia, in cui giovani e studiosi possono capire quanto il progresso del sapere abbia bisogno di identità umane reali e non virtuali’”. Mattarella ha aggiunto: “Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani. Occorre rinnovare un'azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause profonde - frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro - che provocano momenti così gravi e inaccettabili. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili. Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l'illusione che tutto possa essere risolto attraverso un'ottica esclusivamente securitaria".
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“Ridurre i divari”
Nel suo intervento, il capo dello Stato ha detto ancora: "La coesione della società passa anche dai territori. Desidero sottolinearlo qui, nel capoluogo della Sardegna. Ridurre i divari, che dal territorio si proiettano sugli stessi diritti di cittadinanza, è anche questo un compito a cui ci richiama direttamente la Costituzione. La scuola, cioè l'apertura al mondo e al vivere sociale di bambini, adolescenti, giovani, va dotata delle strutture che favoriscano questo inserimento, comprendendo, oltre agli strumenti della didattica classica, la possibilità di avvicinarsi alla musica, alle arti, allo sport. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati". Sulla sicurezza degli edifici scolastici: "Va utilizzata al meglio l'occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come Pnrr, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. È necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell'Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l'Europa è l'orizzonte della nostra scuola". Sull’educazione civica: "Nel 1958, Aldo Moro, allora ministro della Pubblica istruzione, introdusse l'insegnamento dell'educazione civica. Fu una decisione lungimirante, e ancora oggi può aiutarci a connettere i programmi didattici con l'impegno più vasto della formazione di buoni cittadini. Educando ai valori della nostra Costituzione, alla democrazia, alla libertà, che è piena soltanto se uguale ed effettiva per tutti".
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Sui docenti: “Retribuzioni spesso non all'altezza”
Un passaggio anche sull’abbandono scolastico: è “una piaga ancora aperta, nonostante l'impegno e la dedizione di molti insegnanti. In taluni contesti sociali la scuola è l'unica vera speranza di riscatto. Marginalità e violenze creano barriere all'inclusione, ma sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori. L'integrazione scolastica deve continuare a crescere nonostante le difficoltà. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati". Poi Mattarella ha aggiunto: "Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all'altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l'orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia". Ancora: "La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia. I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti". Poi ha concluso: "L'apertura dell'anno scolastico è l'occasione per riflettere sul livello di istruzione dell'intero Paese. Si suole dire che la scuola è per tutta la vita, volendo sottolineare l'importanza del momento formativo di cittadini consapevoli. Oggi la vita si propone con un percorso più lungo e, non a caso, si parla, da un lato, di educazione permanente nell'arco della vita attiva, dall'altro di accesso a opportunità di natura culturale, una volta a riposo, terminati gli anni di lavoro. Il pensiero, oggi, va anche a queste attività e rivolgo quindi un augurio a quanti sono impegnati nelle numerose iniziative delle Università popolari e nelle Università della terza età. Svolgono una funzione preziosa a favore della collettività".
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Le parole di Valditara
Prima di Mattarella è intervenuto il ministro dell'Istruzione Valditara. Parlando dei “diplomifici”, ha detto: “Mi fa piacere raccogliere una testimonianza di come le nostre forze dell'ordine abbiano colpito quelle scuole che non sono affatto al servizio della crescita della persona e della valorizzazione dei talenti, quei diplomifici che in realtà non fanno il bene dei nostri giovani". Sugli studenti con disabilità e i docenti di sostegno, poi, ha aggiunto: "Abbiamo consentito per la prima volta ai genitori la possibilità di chiedere la conferma del docente precario di sostegno laddove vi sia stato un rapporto fecondo, un rapporto positivo dal punto di vista professionale, formativo, umano, tra il docente di sostegno e lo studente con disabilità. Per un ragazzo con disabilità, cambiare ogni anno quel rapporto che si era determinato e che poteva essere veramente fecondo, importante, significativo, è un dramma che noi non dobbiamo più accettare". Sull’intelligenza artificiale: "Abbiamo fatto partire una sperimentazione dell'utilizzo a fini didattici dell'intelligenza artificiale, proprio per personalizzare sempre di più la formazione, per recuperare ritardi, per potenziare i talenti. Così come abbiamo investito risorse per mettere a disposizione l'intelligenza artificiale in favore di giovani con disabilità uditive e visive". Ancora: "Siamo consapevoli che una vera integrazione degli studenti stranieri si fa soltanto con iniziative concrete di sostegno: per questo abbiamo per la prima volta avviato un programma di potenziamento dell'insegnamento della lingua italiana per quei ragazzi stranieri di prima generazione che rischiano altrimenti una forte dispersione scolastica e un serio insuccesso formativo. Siamo venuti a sapere che oltre il 30% dei ragazzi stranieri di prima generazione va incontro alla dispersione scolastica, all'abbandono precoce, significa che quei ragazzi non hanno un futuro davanti a sé, non hanno un futuro vero di inclusione, non hanno un futuro lavorativo. In terza media il 20% dei ragazzi stranieri di prima generazione ha un gap formativo rispetto ai ragazzi italiani. Ecco allora che abbiamo pensato che non è più accettabile una situazione di questo tipo, se vogliamo veramente una scuola inclusiva". “È importante – ha detto ancora Valditara – saper incontrare l'altro con il sorriso. Questa cultura è anche il più potente antidoto ai fenomeni del bullismo e di quell'atrofia esistenziale, di quella perdita del senso della vita e delle relazioni che è emersa prepotentemente anche da recenti casi di cronaca con purtroppo protagonisti giovani e giovanissimi. La persona infatti non va mai ridotta a individuo atomizzato, non va mai ridotta a monade in mezzo ad altre monadi, ma va sempre riconosciuta e presidiata come essere relazionali, come essere con gli altri. Ed è ancora una volta questo il messaggio di Giorgio La Pira. Persona è qualcosa di molto più profondo e di molto più articolato rispetto al semplice concetto di individuo. Ecco, care ragazze e cari ragazzi, vi auguro di affrontare un anno scolastico che sia autenticamente vostro, unico e irripetibile, ma allo stesso tempo costantemente in relazione con l'altro. Buon inizio a tutti voi".
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Mattarella accolto dal suono delle launeddas
Al suo arrivo al Convitto nazionale di Cagliari, Mattarella è stato accolto dal suono delle launeddas (tipico strumento musicale a fiato della Sardegna). Il capo dello Stato è stato salutato da un messaggio letto dagli studenti della scuola di via Pintus, scelta quest'anno per la 24/a edizione di "Tutti a scuola". Grandi applausi anche per le ragazze della pallavolo, medaglie d'oro alle Olimpiadi di Parigi. Gli studenti hanno accolto con un'ovazione l'ingresso in platea di Paola Egonu, Alessia Orro, Myriam Silla e Anna Danesi. Per le campionesse di Parigi applausi, strette di mano e richieste di selfie. Per il mondo dello sport presenti il ministro Andrea Abodi, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli.
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I temi al centro dell'incontro: dall'IA alla didattica
All’iniziativa, quindi, hanno partecipato anche personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della divulgazione scientifica, della cultura. Nel corso dell’evento, che ha coinvolto circa 1.300 studenti, focus anche su intelligenza artificiale, innovazione digitale e della didattica. Inoltre sono stati approfonditi temi che riguardano le novità relative al mondo della scuola e del lavoro.
Le scuole coinvolte
Otto le scuole, una per ogni provincia dell'Isola, che rappresentavano la Sardegna all'evento: il liceo Marconi di Sassari, gli istituti superiori Deffenu di Olbia, Volta di Nuoro, Leonardo da Vinci di Lanusei, gli istituti comprensivi 1-2 di Oristano, di Villamar, Lilliu di Cagliari, Pascoli-Deledda-Don Milani di Carbonia.