Tribù, Patuanelli: “Stop armi all’Ucraina”. Malan: “Sì armi, ma no a uso in Russia”. VIDEO

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Sono stati i capogruppo al Senato di M5S e FdI gli ospiti della puntata di "Tribù", il talk in onda dal lunedì al venerdì in cui i protagonisti della politica italiana si confrontano con giornalisti e commentatori in vista del voto dell’8 e 9 giugno. Tra i temi, oltre alla guerra, la riforma della Giustizia, il premierato, il caso Liguria

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Sono stati Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, e Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato per il M5s, gli ospiti della nuova puntata di Tribù, il talk con i protagonisti della politica italiana che torna su Sky TG24 in vista del voto dell’8 e 9 giugno. Intervenuto anche Roberto Arditti, Direttore editoriale di Formiche. Tra i temi, la guerra in Ucraina, la riforma della Giustizia e il caso Liguria (LO SPECIALE EUROPEE).

La guerra in Ucraina

Il primo tema di cui si è parlato è la guerra in Ucraina (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). “L’Italia ha fatto una scelta precisa dall’inizio, ha deciso di fornire delle armi all’Ucraina ma siamo contrari all’uso verso il territorio russo. Si possono migliorare le capacità di difesa ucraine nel suo territorio, ma riteniamo che una mossa come quella di utilizzarle per colpire il territorio russo rappresenti un’escalation. Noi dobbiamo tenere un atteggiamento equilibrato, perché in prospettiva l’obiettivo è la pace”, ha detto Malan. Patuanelli ha invece dichiarato: “Se si pensa che questo conflitto termina perché una delle due parti vince, significa passare per un conflitto globale, probabilmente con uso di armi nucleari. E ritengo che sia una follia pura. Bisogna insistere per un tavolo di pace, per i negoziati. Credo che l’unico elemento di discontinuità sia smettere di continuare a mandare armi in Ucraina. Non è detto che questo porti alla pace, ma è l’unico strumento che l’Occidente ha per costringere le parti a trattare. L’invio delle armi è una strategia che ha fallito sul campo”.

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La riforma della Giustizia

Altro tema, la riforma della Giustizia. “Se c’è la possibilità di un dialogo con l’opposizione, di poter avere dei suggerimenti per migliorare la riforma, io credo che sicuramente non c’è preclusione – ha detto Malan –. Se invece l’atteggiamento è il no assoluto e completo, dobbiamo andare avanti. È difficile trovare qualcuno che pensi che la giustizia oggi in Italia funzioni in modo ottimale, che qualcosa si debba fare credo sia palese. Poi le opinioni sono diverse su cosa fare. Secondo me la strada intrapresa col disegno di legge governativo è quella giusta”. Patuanelli ha replicato: “Non è una riforma della giustizia, è una riforma della magistratura. Non c’entra niente con la velocizzazione dei processi, con una giustizia civile che dia risposte più rapide ai cittadini. Penso sia molto più interessante per i cittadini che ci sia una velocizzazione del processo civile, che coinvolge molte più persone. Questa maggioranza vuole assoggettare uno dei poteri dello Stato, quello giudiziario in capo alla magistratura, alla politica. Io ritengo che sia sbagliata la separazione delle carriere”.

Il premierato

Un passaggio anche sul premierato. “È un impegno preso con gli elettori, per cui dobbiamo portarlo avanti, perché per noi il programma elettorale è un impegno serio. Il governo Meloni, in ogni caso, tiene fino alla fine della legislatura. Gli italiani valuteranno nel referendum”, ha detto Malan. “È uno strumento sbagliato. La stabilità si ha per questioni politiche, non per norma o per Costituzione. Si concentra in una figura sola un potere enorme. Saranno eletti 600 figuranti alla Camera e al Senato, che non avranno potere di decidere nulla, perché saranno appesi al presidente del Consiglio, che avrà potere di vita e di morte sul Parlamento”, ha replicato Patuanelli.

Inaugurazione Anno giudiziario 2020 presso la Corte di Cassazione (ROMA - 2020-01-31, MISTRULLI) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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Il caso Liguria

Sul caso Liguria, Malan ha commentato: “Sembra che era dicembre scorso quando è stata formulata la richiesta di arresto nei confronti di Toti, ma è stata resa attiva solo adesso, in campagna elettorale. Diciamo che è una notevole coincidenza. Per quanto riguarda la scelta di Toti, le dimissioni le può dare soltanto lui. Non c’è neppure un rinvio a giudizio attualmente, un provvedimento del magistrato non è che può far cadere una giunta frutto di elezioni”. “Sulla giustizia a orologeria, in questo Paese si vota più o meno ogni sei mesi e sostanzialmente ogni azione giudiziaria può essere vista a orologeria – ha detto invece Patuanelli –. A me della parte penale del processo a Toti interessa fino a un certo punto, la magistratura farà il suo mestiere e determinerà la verità giuridica. Quello che emerge è però un quadro che non ha a che fare soltanto con la parte penale, ma con l’etica pubblica, con la disciplina e onore con cui un governatore e qualsiasi persona che ha un incarico pubblico deve gestire la cosa pubblica. Penso che Toti dovrebbe fare un passo indietro”.

Il presidente del consiglio Giorgia Meloni intervistata da Maurizio Belpietro durante l’evento “Il giorno de La Verità” a Milano, 14 maggio 2024. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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Case Green

Altro tema, la direttiva Ue sulle case Green. “Va valutata la sostenibilità, ma la direttiva stessa lascia spazio agli Stati membri di agire a seconda delle condizioni del proprio Paese. Credo siano obiettivi sfidanti, ma che non ci sia alternativa. È necessario provvedere all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio dei Paesi”, ha detto Patuanelli. Malan, invece, ha sottolineato che “l’azione del governo italiano” ha reso “più ragionevoli le norme. È meglio di com’era, ma noi puntiamo a fare ulteriori passi avanti. Un obbligo così rappresenta costi enormi che cadono sui cittadini. Noi ci batteremo per rendere più ragionevoli queste norme”.

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"Tribù" e "La scelta 2024"

Tribù è l'approfondimento, in onda in diretta dal lunedì al venerdì alle 20.30 su Sky TG24, che vede il conduttore Fabio Vitale confrontarsi faccia a faccia con i protagonisti della politica italiana, per raccontare le tante "tribù" della politica: fra europeisti e identitari, liberal e conservatori. Si alternano come ospiti anche giornalisti e commentatori, tra cui l'editorialista de Il Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il Presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli, la giornalista e scrittrice Maria Latella e la Direttrice di QN Agnese Pini. Come nella precedente tornata elettorale europea torna il “momento Erasmus” in cui i politici ospiti del programma saranno trasportati virtualmente nella camera di uno studentato per scegliere con chi vorrebbero condividere, fra quattro possibili opzioni, un periodo di studio all'estero. Tribù fa parte del più ampio progetto La scelta 2024 con cui Sky TG24 si appresta a seguire la campagna elettorale per le Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno mettendo in campo reportage, strumenti digitali, sondaggi e maratona finale. Tutti i contenuti de La scelta 2024 sono disponibili sui canali 100 e 500 della piattaforma Sky, sul canale 50 del DTT, su Sky On Demand, sul sito skytg24.it e su tutti i canali social di Sky TG24.

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