Al momento, ha sottolineato il ministro della Difesa, "siamo a quelle che potremmo chiamare ancora scaramucce, anche se quello che è stato l'attacco iraniano, che è il primo nella Storia del complicato rapporto tra Israele e Iran di una tale portata, è stato un attacco che in qualunque altra nazione al mondo avrebbe avuto un effetto disastroso"
"Sono abbastanza convinto che ci dovrà essere una reazione di Israele ma non penso voglia aprire un ennesimo fronte di conflitto. Penso ci sarà una reazione ma mi auguro sarà contenuta, più tattica". Questo lo scenario ipotizzato a Sky TG24 dal ministro della Difesa Guido Crosetto dopo i recenti attacchi dell’Iran su Israele. (ATTACCO DELL'IRAN A ISRAELE: COSA E' SUCCESSO - GLI SCENARI)
Un attacco che “altrove poteva essere disastroso”
Al momento, ha proseguito Crosetto, "siamo a quelle che potremmo chiamare ancora scaramucce, anche se quello che è stato l'attacco iraniano, che è il primo nella storia del complicato rapporto tra Israele e Iran di una tale portata, è stato un attacco che in qualunque altra nazione al mondo avrebbe avuto un effetto disastroso". Il ministro della Difesa, poi, ha sottolineato che l'attacco "non ha avuto un effetto perché è avvenuto su una nazione che probabilmente ha il miglior sistema di difesa aerea che esista, proporzionato al territorio". Eppure, ha rilevato ancora, “la quantità di droni, missili balistici, missili da crociera che sono stati spediti su Israele avrebbe causato danni enormi in qualunque altra nazione", ha aggiunto ancora. Ricordando che "in Israele non ci sono stati perché sono riusciti ad abbattere il 99% di questi di questi attacchi”.
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Il ruolo degli Usa e gli appelli al buon senso
Cosa aspettarsi adesso? "Ci sarà una decisione della comunità internazionale. Penso che l'attacco dell'Iran non possa non avere conseguenze anche dal punto di vista internazionale", ha proseguito il ministro analizzando il tema delle possibili nuove sanzioni nei confronti dell'Iran. Una certezza comunque c’è. "Gli Usa non appoggeranno un'offensiva nei confronti dell'Iran, su questo sono stati chiari". In attesa che gli scenari si chiariscano, Crosetto ha rimarcato il buon senso negli appelli ad Israele per "non aprire un fronte di guerra ancora più vasto" esponendosi alla rappresaglia dell'Iran. Questa linea, ha spiegato, si basa su "un ragionamento di buon senso fatto anche nell'interesse di Israele"
La “grande paura di Israele” e le possibili reazioni
"Una delle preoccupazioni principali di Israele è l'arricchimento dell'uranio che sta facendo l'Iran per arrivare alla bomba atomica. Israele sa e teme che, qualora l'Iran arrivasse alla bomba atomica, potrebbe anche usarla e questa è la grande paura di Israele nel confronto con l'Iran", ha poi riferito Crosetto nel suo intervento. Esiste l’ipotesi che Israele si scagli proprio contro i siti di arricchimento dell’uranio? “Sarebbe l'ipotesi estrema, il superamento di un confine da cui non penso ci sarebbe un punto di ritorno ma la escludo categoricamente. Non è interesse di nessuno, nemmeno di Israele, superare un punto che scatenerebbe una guerra globale". Come potrebbe reagire, allora, Tel Aviv? "Ci sono diverse ipotesi su una possibile reazione di Israele, quella che avrebbe forse minore impatto su una possibile escalation sarebbe è quella di colpire i proxy e non direttamente l'Iran, la Siria o il Libano. Tra tutte le ipotesi possibili di una reazione israeliana questa è quella forse meno problematica dal punto di vista dell'escalation che sarebbe più probabile se venisse colpito l'Iran sul proprio territorio".
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“L’Onu è spaccata, va ricostruita la sua credibilità e la sua forza”
Un ulteriore passaggio, poi, Crosetto lo ha dedicato alla situazione che riguarda l’Onu. "La spaccatura che esiste anche nell'Onu ha privato il mondo di un'entità capace di affermare quale sia la cosa giusta da fare e quale è il diritto internazionale", ha detto il ministro. "Non riusciamo ad avviare percorsi di pace per l'incapacità dell'Onu di guardare i fatti oggettivamente", ha concluso. Bisogna "ricostruire la credibilità e la forza dell'Onu che adesso è bloccata per i veti di Russia, Cina, Usa a seconda dei conflitti e la parzialità con cui ogni Stato affronta qualsiasi conflitto sta paralizzando il mondo e portandolo sull'orlo di un precipizio".
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