Santanchè, Renzi a Sky TG24: "Sfiducia basata su processi, siamo contrari"

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"Così si torna alla sciagura degli ultimi 30 anni di questo Paese: un avviso di garanzia e si manda a casa l'avversario. Non si fa così. Si manda a casa la gente per la politica", ha detto il leader di Italia Viva ospite della trasmissione Start. Sui temi economici: "Bisogna regolarizzare il fuoribusta, detassando ciò che gli imprenditori danno in più ai dipendenti per combattere il caro vita. Landini? Sul referendum contro il Jobs Act vi prende in giro"

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"Abbiamo votato sì alla mozione di sfiducia a Matteo Salvini perché è una mozione politica, dove si contesta un dato politico: la sua vicinanza alla Russia. Sulla vicenda Santanchè, se si fa una mozione di sfiducia per dire che non è capace, io la voto. Ma se fanno una mozione di sfiducia basata su un procedimento giudiziario, torniamo alla sciagura degli ultimi 30 anni di questo Paese, cioè un avviso di garanzia per far dimettere un politico". Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha ribadito il suo voto contrario alle dimissioni, richieste dalle opposizioni, del ministro del Turismo Daniela Santanchè dopo le inchieste sulle sue attività imprenditoriali.

"Non basta un avviso di garanzia per mandare a casa un avversario"

"Io sono contro il governo, sono per mandarli a casa. Ma non possiamo accettare l'idea che basti un avviso di garanzia per mandare a casa un avversario. È facile fare i garantisti con gli amici, ma il vero garantista si vede con gli avversari", ha detto Renzi. "Siamo contrari perché parte la mozione di sfiducia parte dalle indagini, dai processi. C'è un rapporto tra giustizia e politica tale che, negli ultimi 30 anni, qualsiasi avviso di garanzia o procedimento dell'autorità giudiziaria doveva portare alle dimissioni. Io sono orgoglioso di essere andato in Aula, da presidente del Consiglio, a dire che noi non avremmo chiesto le dimissioni delle persone indagate", ha ricordato il leader di Italia Viva.

Il ministro del Turismo, Daniela Santanche’, durante gli Stati Generali sulla sostenibilità nella Moda (Phygital Sustainability Expo),alle Mercati di Traiano, Roma, 5 luglio 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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"Non credo allo Stato etico, sono un liberal-democratico"

"Sono figlio di una cultura liberal-democratica, oltre che cattolico-popolare. Non credo allo Stato etico. I liberali che parlano di Stato etico sono come i vegani che mangiano il prosciutto. Sono contraddizioni interne. Quello che Santanchè ha fatto nelle sue aziende, era totalmente a conoscenza di Meloni quando l'ha nominata ministro. Poteva non nominarla. Se l'ha nominata e la vuole revocare, può costringere alle dimissioni. Lo vuol fare? Lo faccia. Ma non si giochi la carta del giustizialismo in politica".

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"Detassare ciò che l'imprenditore dà ai dipendenti per il caro vita"

"La vicenda Santanchè è il classico tema di giornata. Nel frattempo c'è un problema di salari di cui non parla nessuno. Sulle famiglie, la presidente del Consiglio ha detto espressamente che la situazione del Paese è migliore di quella di due anni fa. I dati Istat dicono altro. Ma noi siamo a trastullarci con Salvini e Santanchè...", ha aggiunto con ironia Renzi. "Tutto ciò che il datore di lavoro dà in più al dipendente rispetto allo stipendio per combattere il caro vita deve essere totalmente detassato, che sia quattordicesima, straordinari o altro ancora. È il cosiddetto 'meccanismo della regolarizzazione del fuoribusta'. Una cosa doverosa è aiutare le famiglie che non ce la fanno, così come noi abbiamo fatto con gli 80 euro, che oggi non basterebbero", ha continuato il leader di Italia Viva. "Facciamo un esempio. Ci sono imprenditori che hanno dei denari, e che hanno un utile alla fine dell'anno di un milione. Se questo milione l'imprenditore se lo mette in tassa, deve pagarci le tasse. Ma se una parte lo dà ai propri dipendenti, quella parte lì deve essere detassata", ha affermato Renzi.

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"Referendum contro Jobs Act? Landini ci prende in giro"

"Maurizio Landini (segretario della Cgil, ndr) propone un referendum per abolire il Jobs Act così, dice, si abolirà il precariato. Vi prende in giro, ci sta prendendo per il naso. Il precariato c'era già prima del Jobs Act. Non si può immaginare che risalga la legge Treu, peraltro fatta dal governo Prodi. Il precariato è una condizione che da decenni il mondo occidentale conosce, e non soltanto quello occidentale. Il Jobs Act serve a eliminare la piaga delle dimissioni in bianco e garantire un grande aiuto a quelli che assumono a tempo indeterminato. Infatti, i posti di lavoro creati dal Jobs Act sono al 55% a tempo indeterminato", ha detto Renzi.

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