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Santalucia a Sky TG24: "Magistrati non sono eversori, da Crosetto parole inaccettabili"

Politica
Sky/Ansa

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati risponde alle dichiarazioni del ministro. “Hanno fatto intendere – e questo era il senso e la ragione della nostra inquietudine, preoccupazione e amara sorpresa – che c’è un gruppo di magistrati che concerta azioni contro un governo per metterlo in crisi”, ha detto Santalucia. E ancora: “‘Opposizione giudiziaria’ è un termine inaccettabile. Non so cosa il ministro intendesse dire, confido che chiarisca”

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“I magistrati non sono eversori, non fanno riunioni per complottare contro il governo. Da Crosetto sono arrivate parole inaccettabili”. A dirlo, a Sky TG24, è stato Giuseppe Santalucia, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Continua, quindi, lo scontro tra il governo e la magistratura. A far salire la tensione sono state alcune dichiarazioni del ministro Guido Crosetto al Corriere della Sera. In particolare, due: “L’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governo di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”. E ancora: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta Meloni’”.

Santalucia: “‘Opposizione giudiziaria’ è un termine inaccettabile”

Riguardo alle presunte riunioni, Santalucia ha detto: “Credo stiano facendo riferimento a convegni giuridici e congressi, sempre pubblici, in cui si dibattono questioni giuridiche, politiche, istituzionali e costituzionali. Avranno estrapolato ed enfatizzato qualche espressione. Quella rappresentazione delle prime dichiarazioni del ministro al giornale invece hanno detto altro. Hanno fatto intendere – e questo era il senso e la ragione della nostra inquietudine, preoccupazione e amara sorpresa – che c’è un gruppo di magistrati che concerta azioni contro un governo per metterlo in crisi. L’opposizione giudiziaria questo è. Altro è un discorso sui sistemi politici e istituzionali, sul rapporto politica e magistratura, questioni di cui trattano i giuristi. Nulla che faccia pensare a complotti, a gruppi di magistrati che lavorano contro, che fanno opposizione giudiziaria. Quello è gravissimo. Non so cosa il ministro intendesse dire meglio, confido che chiarisca”. Poi il presidente dell’Anm ha aggiunto: “I magistrati non sono eversori, non fanno riunioni per complottare contro il governo. ‘Opposizione giudiziaria’ è un termine inaccettabile sul piano costituzionale. Noi non facciamo opposizione, non siamo una forza politica che fa opposizione a un governo. Noi siamo altro dal governo, non dipendiamo dal governo, non collaboriamo né contrastiamo il governo. Facciamo un’altra cosa, che è la giurisdizione e quindi la tutela dei diritti, la risoluzione dei conflitti. Mettere insieme opposizione e giudiziario è qualcosa di inquietante”.

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Sulle valutazioni dei magistrati: “Sistema macchinoso”

Santalucia ha parlato anche delle misure che sono arrivate ieri dal Cdm attraverso dei decreti sulla giustizia. “Non abbiamo ancora avuto modo di leggere i decreti legislativi – ha spiegato –, ma si tratta di attuazione di una legge di delega che in parte avevamo fortemente criticato e quindi i decreti legislativi probabilmente, anzi ne sono certo, attueranno una delega che in più parti secondo noi è sbagliata”. Poi ha aggiunto: “Alcune parti sono già entrate in vigore, in particolare quello che ci preoccupavano sono le valutazioni di professionalità, non perché non vogliamo essere valutati, lo siamo e da tempo, ma volevamo un sistema di valutazione di professionalità più efficiente ed efficace. Credo che abbiano costruito un sistema macchinoso che rallenterà e depotenzierà la capacità delle valutazioni periodiche di intercettare le vere cadute di professionalità dei magistrati”. Il presidente dell’Anm ha definito il termine “pagelle” infelice, “come se fossimo scolari di una scuola”. Poi ha ribadito: “Il problema non sono le valutazioni, noi siamo già valutati ogni 4 anni, ma il pensare che le valutazioni periodiche di professionalità debbano individuare il magistrato più bravo. Il che introduce nel sistema un elemento di competitività che non ha ragione di essere”.

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