Meloni: “Senza artigianato e Pmi non esisterebbe Made in Italy. Combattiamo evasione vera”
PoliticaLa premier è intervenuta in videocollegamento all'assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media impresa (Cna). “Noi combattiamo l'evasione fiscale, quella vera, non quella presunta", ha detto. Ancora: “C'è un problema di salari che non si risolve in Italia con il salario minimo orario. Il problema si risolve rafforzando la contrattazione”
Giorgia Meloni è intervenuta, in videocollegamento da Palazzo Chigi, all'assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media impresa (Cna). “Senza l'artigianato e le piccole e medie imprese semplicemente non esisterebbe il Made in Italy e l'Italia non potrebbe contare sul patrimonio di conoscenze, qualità e innovazione che ci permette di essere conosciuti sui mercati internazionali”, ha detto la presidente del Consiglio.
Meloni: “Artigiani e Pmi ossatura della nazione”
"Considero da sempre gli artigiani e le piccole e medie imprese l'ossatura della nazione, la spina dorsale fatta di uomini, donne e famiglie che ogni giorno consente all'Italia di produrre ricchezza e posti di lavoro", ha spiegato Meloni. "Voi – ha continuato – non avete mai fatto mancare il vostro contributo, orgoglioso, costruttivo, realista, e noi non faremo mancare la nostra disponibilità ad ascoltare e comprendere le necessità di un mondo così importante per l'economia italiana. Artigianato e Pmi sono uno dei fiori all'occhiello della nostra nazione". Poi, rivolgendosi alla platea dell'assemblea nazionale della Cna, ha ribadito: "Voi siete artigiani e piccoli e medi imprenditori, ogni giorno mettete in quello che fate un'attenzione, una cura e una dedizione di cui vi siamo grati. Noi vogliamo essere un po' come voi, degli artigiani dell'Italia, occuparci della nostra nazione e del nostro popolo con la stessa meticolosità, lo stesso amore, lo stesso cuore con cui un artigiano realizza i suoi prodotti".
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“Combattiamo l'evasione fiscale vera, non presunta”
La premier ha parlato anche di evasione fiscale. “Noi combattiamo l'evasione fiscale, quella vera, non quella presunta", ha detto. E ancora: “Nei giorni scorsi in Consiglio dei ministri abbiamo approvato una norma segno dello Stato che si vuole fidare dei suoi cittadini. Il decreto interviene sulla disciplina dell'accertamento, riduce le sanzioni e introduce il concordato preventivo biennale. Uno strumento molto significativo che racconta un approccio diverso dal passato, non disturbare chi vuole fare. Un approccio che spezza l'insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva, deve essere un evasore per nascita. Una menzogna, che noi abbiamo combattuto sempre". Poi Meloni ha aggiunto: "Noi vogliamo creare un nuovo rapporto tra Stato, cittadino e imprese, che sia basato sul principio che Stato e cittadini sono come un'azienda: più lavorano bene insieme, più riusciranno a produrre ricchezza. E tutto questo lo facciamo senza abbassare la guardia sull'evasione fiscale. Anzi, più lo Stato è comprensivo e cerca di venire incontro, più dovrà essere efficace nella sua azione quando qualcuno dovesse pensare di fregare lo Stato".
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“Problema salari non si risolve con il salario minimo orario”
Altro tema, quello dei salari. “C'è un problema di salari che non si risolve in Italia con il salario minimo orario e penso che qui siamo tutti d'accordo – ha detto Meloni –. In Italia, nazione presa a modello per la sua capacità di contrattazione, il problema si risolve rafforzando la contrattazione, estendendola ai settori che non sono coperti". Riguardo alla Manovra, ha aggiunto: "Abbiamo stanziato risorse per le imprese che investono nella nuova Zes del Mezzogiorno. Sono convinta che la nuova Zes unica sia uno strumento di fortissimo impulso all'attività imprenditoriale nelle regioni del Sud, per contribuire a liberare le energie positive del tessuto produttivo. È un obiettivo che questo governo condivide e considera un po' la sua missione".
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I numeri
Nel suo intervento, Meloni ha snocciolato anche qualche numero sul mercato del lavoro. "Il mercato del lavoro ha fatto registrare una serie di record occupazionali: maggior numero di occupati di sempre, maggior numero di occupati donna di sempre, maggior numero di lavoratori a tempo indeterminato di sempre, tasso di occupazione più elevato di sempre, che a settembre ha raggiunto il 61,7%. In un anno, rispetto al settembre 2022, gli occupati sono aumentati di 512mila unità, di cui 443mila occupati permanenti", ha detto. "Il tasso di disoccupazione – ha aggiunto – è sceso al livello più basso degli ultimi 14 anni. Chiaramente sono segnali incoraggianti, che dicono che bisogna continuare su questa strada e lavorare molto per continuare a diminuire le distanze con il resto d'Europa, che permangono. Penso proprio alla questione del disallineamento delle competenze, molto sentito nel settore dell'artigianato, un problema che si affronta con politiche attive del lavoro mirate, ma anche e soprattutto con una formazione che risponda alle esigenze del mercato del lavoro. In quest'ottica va il disegno di legge sul Made in Italy che istituisce il Liceo del Made in Italy".
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“Organizzazione del lavoro non consideri genitorialità come una penalità”
Riguardo al tema donne e lavoro, Meloni ha spiegato: "Troppe donne sono ancora costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme, o lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno, e donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché la vivono come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. Non possiamo permetterlo, dobbiamo perseguire l'obiettivo di costruire una cultura e un'organizzazione del lavoro che non consideri la genitorialità come una penalità ma anzi accompagni e valorizzi l'esperienza di diventare genitore". "Anche su questo – ha aggiunto – il governo ha cominciato a muovere i suoi passi, dall'aumento del congedo parentale alla decontribuzione per le madri lavoratrici, ma insieme a voi possiamo fare molto di più la differenza e promuovere una nuova consapevolezza, prima di tutto culturale. Dobbiamo mettere in rete le tante buone pratiche che aumentano la produttività, migliorano il benessere della vita e fanno crescere la natalità. Vogliamo che l'Italia cresca e che con essa cresca la libertà dei suoi cittadini, il benessere dei lavoratori e il tessuto produttivo".
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Il passaggio sul premierato
Un passaggio anche "sulla riforma" del premierato. "Cercheremo il consenso ampio in Parlamento, se non sarà possibile chiederemo ai cittadini cosa pensano. Confido che gli italiani non si faranno sfuggire l'occasione di approvare la madre di tutte le riforme", ha detto la premier. Poi ha aggiunto: c'è stata "una sola endemica ragione, la debolezza della politica", dietro i "ritardi infrastrutturali, quelli in ricerca e sviluppo, il divario Nord-Sud, lo scarso protagonismo internazionale e la difficoltà dell'Italia nel difendere i propri interessi. Nei primi venti anni di questo millennio fino all'arrivo del Covid la Francia ha avuto 4 presidenti della Repubblica, la Germania 3 Cancellieri, l'Italia 8 presidenti del Consiglio che hanno presieduto 11 governi diversi. Nello stesso periodo Francia e Germania sono cresciute di più del 20%, l'Italia meno del 4%. Allora o diciamo che tutti i politici italiani sono più scarsi di quelli francesi e tedeschi, e io francamente non lo penso, o dobbiamo fare i conti col fatto che qualcosa non ha funzionato nel sistema italiano. In questi 75 anni sono cambiati i protagonisti, le leggi elettorali, i partiti, però l'instabilità è rimasta sempre la stessa. L'unica cosa che non è mai cambiata è la base del sistema, cioè la Costituzione, ed è qui che ora abbiamo avuto il coraggio di intervenire, per questo abbiamo varato la riforma costituzionale con l'elezione diretta del capo del governo, che garantisce stabilità agli esecutivi".
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“Imprese sono il nostro interlocutore ideale”
Meloni nel pomeriggio ha ribadito gli stessi concetti rivolgendosi agli imprenditori di Confindustria Bergamo e Brescia riuniti insieme in assemblea. "Siamo convinti che stato e cittadini siano esattamente come un'azienda, più lavorano bene insieme, più saranno in grado di creare ricchezza. Proprio sulla base di questa visione abbiamo costruito anche la manovra economica per il 2024. Non avevamo molte risorse a disposizione ma abbiamo scritto una legge di bilancio che vale 28 miliardi di euro, concentrata su misure espansive, che non disperde risorse ma si dà delle grandi priorità", ha detto. Poi ha aggiunto: “Voi rappresentate l'interlocutore ideale per una politica seria. Abbiamo superato il primo anno di legislatura e il lavoro che abbiamo da fare è ancora molto lungo. Le porte di questo governo saranno sempre aperte per chi vuole offrire proposte, spunti e soluzioni concrete ai problemi che abbiamo. Sono certa e consapevole che le vostre associazioni saranno protagoniste di questo cammino". Poi ha concluso: "Il divario tra Nord e Sud ha rappresentato un problema dell'Italia nel suo complesso e nessuno meglio di chi crea ricchezza al Nord capisce quanto sia importante superare quel ritardo. La Zes (zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, ndr) è un'opportunità non solo per le imprese del Sud ma per tutto il sistema imprenditoriale italiano".